Il 19enne Fasasi è stato uno dei partecipanti del laboratorio cinematografico Luci a Sud, promosso per favorire l'integrazione dei migranti nei comuni del Messinese. Scappato dalla Nigeria due anni fa - «meglio rischiare di morire in mare che avere paura di essere ucciso ogni giorno» - oggi è protagonista di un corto
Dal viaggio in mare al film per i David di Donatello La storia di Sunday: «In Sicilia mi hanno accolto»
La decisione di partire anche a costo della vita, la voglia di non arrendersi, le paure e i timori, il desiderio di sentirsi parte integrante della nuova terra d’accoglienza, la solitudine, la nostalgia, la speranza di ricominciare. Filmato dopo filmato, 30 ragazzi stranieri e siciliani raccontano i migranti. I loro sogni, la ricerca di una nuova vita. Le storie nate nel laboratorio cinematografico di Luci a Sud hanno dato vita a cinque cortometraggi. Questo il risultato del progetto, realizzato con il sostegno del MiBact e di Siae e volto a favorire l’integrazione degli stranieri in Italia nel contesto territoriale dei tre comuni di Milazzo, San Pier Niceto e Monforte San Giorgio, è arrivato alla sua conclusione.
«Il laboratorio cinematografico mi ha permesso di conoscere me stesso e fare nuove amicizie», racconta a Meridionews il 19enne Sunday Fasasi, uno dei partecipanti, che vive a Milazzo da due anni. «Sono sbarcato in Sicilia. Qui ho frequentato le scuole e qui sono rimasto a vivere perché mi trovo bene. Ormai – sottolinea con un sorriso – sono siciliano». Per tre mesi sotto la guida di Carmelo Cambria e Federico Maio, componenti dell’associazione Ventitreesimastrada Film, Sunday ha avuto modo di studiare le tecniche cinematografiche ed elaborare, insieme agli altri corsisti, la propria storia. «Ogni gruppo doveva realizzare un video sul tema degli immigrati e dell’integrazione. È stata un’esperienza importante perché ci siamo confrontati a vicenda», spiega.
A 17 anni, il giovane è costretto a lasciare la sua casa e gli affetti a causa di continui conflitti religiosi, gli stessi che anni prima avevano obbligato la sua famiglia ad abbandonare Lagos, in Nigeria. Sunday e i propri cari decidono di trasferirsi a Jos, città dell’entroterra. Vivere in Nigeria, però, diventa impossibile e sempre più pericoloso. È così che il giovane prende la decisione di imbarcarsi per raggiungere l’Italia. «Meglio rischiare il tutto per tutto che vivere ogni istante con la paura di essere uccisi», confessa. Il viaggio in mare si rivelerà la sua salvezza, ma non lascerà scampo ad alcuni suoi amici. «Non dimenticherò mai quei corpi in mare», ricorda.
Lontano dalla sua terra e tra gente sconosciuta, Sunday sperimenta il peso della solitudine e della nostalgia. Solamente la sua passione per la musica riesce a lenire la tristezza. Il suo è un talento musicale innato che dimostra fin da bambino, quando impara a suonare la tastiera da autodidatta. Ma è il sax lo strumento musicale che gli fa battere il cuore e che spera un giorno di poter suonare. «A dodici anni, i miei genitori me ne regalarono uno. Fu un’emozione indescrivibile», ripensa emozionato. Il suo sogno più grande? Fare il musicista. «Quest’anno – ammette – ho partecipato alle selezioni per esibirmi nel programma X- Factor, ma purtroppo non sono stato scelto. Non è facile ma non mi arrendo e ci riproverò l’anno prossimo», assicura Sunday. D’altronde ha già dimostrato di essere uno che non molla.
La sua voglia di vivere è la protagonista del documentario girato dal regista messinese Danilo Currò e intitolato proprio Sunday. L’opera sarà in concorso ai Premi David di Donatello.