Dal sindaco di Mezzojuso solidarietà alle sorelle Napoli «Per loro atti concreti di sostegno dal settembre 2017»

Ribadisce la solidarietà alle sorelle Napoli, rivendica l’onestà personale e da amministratore del Comune difendendone la gestione ed elencando i risultati della giunta, continua ad attaccare La7 e «il dottor Giletti» spiegando che domenica guarderà da casa «la quattordicesima puntata della seconda stagione della telenovela» che a suo dire il conduttore di La7 ha allestito su Mezzojuso. Il sindaco Salvatore Giardina passa al contrattacco e, in attesa della prevista puntata di domani di Non è l’arena che vedrà anche una manifestazione in piazza, convoca una conferenza stampa a Palermo. Legge un intervento scritto, non vuole sbagliare nulla, e per i giornalisti produce una corposa cartelletta piena di documenti che accertano le “iniziative del Comune di Mezzojuso in favore delle sorelle Napoli”, «atti concreti di sostegno che partono da settembre 2017».

Con a fianco il neoassessore alla Cultura Nicolò Gebbia – generale in pensione dei carabinieri e grande accusatore del padre delle sorelle Napoli -, il primo cittadino ripercorre la vicenda delle tre donne, proprietarie di 76 ettari di terreni  al confine tra i Comuni di Mezzojuso, Godrano e Corleone. «Della loro vicenda ne sono venuto a conoscenza poco meno di un anno e mezzo fa, dopo l’articolo di Salvo Palazzolo su Repubblica – spiega Giardina – E subito abbiamo fatto quanto possibile per le sorelle Napoli, con la solidarietà dell’intero Consiglio comunale, aiuti economici e vari interventi». Interpellato dalla troupe di La7, il sindaco ribadisce che nel caso di procedimenti penali nei confronti dei presunti estorsori delle tre donne – arrestati a dicembre e ai quali il tribunale del Riesame ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare – il Comune si costituirà parte civile.

E sbandiera i contenuti delle chiamate e dei messaggi intercorsi tra lui e le sorelle Napoli dal 14 ottobre 2017 al 28 novembre 2018. «Tutto documentato – dice -, e che testimonia la vicinanza, anche umana, che sempre abbiamo avuto sulla vicenda. Conosco la loro casa meglio della mia, ci sono stato una cinquantina di volte». Nel suo lungo intervento, diviso per paragrafi, il primo cittadino spiega pure perché non scenderà domenica in piazza a sostegno delle tre donne. «È una domanda che mi viene ripetutamente fatta -, questa mia decisione viene interpretata sempre come se io non fossi solidale con le sorelle Napoli. Perché Giletti passa per il paladino difensore ed io, bene che vada, per essere vicino alla mafia. Ricevo mille insulti sui social ogni giorno dai cittadini che seguono la sua trasmissione. E allo stesso modo è stata gravemente danneggiata l’immagine di un’intera collettività. La sua conduzione è faziosa, marcia sui binari di distorsione della realtà e non dà mai modo di esprimere compiutamente un  parere. Per queste ragioni non scenderò in piazza ad essere intervistato da Giletti».

Giardina ricorda poi che oggi è il suo compleanno, «così come lo è di Paolo Borsellino». E la coincidenza di date col magistrato ucciso dalla mafia il 19 luglio del 1992 viene sfruttata dal primo cittadino per dire la sua sui «discorsi e le belle parole di facciata e l’immagine di un paese ormai distrutta». Ce l’ha con «una certa antimafia che condivide immagini e citazioni di Falcone e Borsellino, che interviene dopo essere stata in silenzio finora». Il riferimento sembra diretto a Salvatore Battaglia, il giovane assicuratore al quale è stata incendiata l’auto lo scorso 30 dicembre, anche se Giardina non lo cita mai direttamente. E che è appunto tra gli organizzatori della manifestazione di domani. «Noi non facciamo fiaccolate, non organizzeremo incontri contro l’illegalità, non ospiteremo politici di turno che dal palchetto costruito a misura ci daranno direttive su come riaccreditare l’immagine ormai distrutta. Non faremo nulla di tutto questo – conclude il primo cittadino – perché lo sappiamo benissimo che la mafia fa schifo, che i soprusi, le intimidazioni, le estorsioni, la violenza verbale e fisica sono atteggiamenti da condannare, da denunciare e combattere con determinazione. Questa finzione non ci appartiene».

Andrea Turco

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