Dal 27 al 29 settembre al via la Targa Florio nel centenario della nascita dell’Automobile Club di Palermo

La manifestazione – gara Rally del campionato italiano – verrà celebrata grazie all’intervento dell’Automobile Club italiano

La prima edizione della Targa Florio è del 1906. Mentre quest’anno ricorre il centenario della nascita dell’Automobile club di Palermo. Impossibile non celebrare la Targa Florio in un anno così carico di ricordi. E infatti la manifestazione si farà. (a sinistra, una vecchia foto della gara tratta da collezioni-f.it)

“La gara – ci dice Giancarlo Teresi, commissario dell’Automobile club di Palermo – si celebrerà dal 27 al 29 settembre nel circuito storico sulle Madonie”.

In effetti, non sono mancati i timori che la Targa Florio, proprio quando si celebrano i 100 anni dell’Automobile club di Palermo potesse saltare per mancanza di fondi. E’ noto che la Regione siciliana, ormai, non è più nelle condizioni di sostenere molte attività sportive e culturali per problemi finanziari.

“Quest’anno – ci dice Giancarlo Teresi – a sostenere la manifestazione interverrà l’Automobile club d’Italia. Certo, se poi l’amministrazione regionale ci vorrà dare una mano, è chiaro, sarà la benvenuta”.

Quest’anno la Targa Florio sarà un Rally del campionato italiano.

“La Targa Florio, quest’anno – ci dice ancora Giancarlo Teresi – torna alle origini. Il baricentro della gara tornerà ad essere il Comune di Campofelice di Roccella, a partire dalla piana di Buonfornello, per poi inerpicarsi sul vecchio circuito delle Madonie”.

La Targa Florio fu voluta da Vincenzo Florio, celebre imprenditore palermitano innamorato dell’automobile. Teatro di questa gara sono state quasi sempre le strade strette e tortuose che si arrampicano sulle Madonie (in qualche occasione la gara è stata abbinata al Giro di Sicilia e si è svolta lungo il periplo dell’Isola). (a destra, foto tratta da cuorealfista.com)

La Targa Florio, sin dai primi anni, entrò subito nella leggenda dell’automobilismo per la particolare durezza del tracciato e per le conseguenti difficoltà sia per le automobili, sia per i piloti. Tanto che, specialmente nei primi anni, riuscire a completare la corsa significava aver compiuto una grande impresa. Insomma, era una gara test: per le automobili e per gli stessi piloti.

 


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