Sono sbarcati a Malta, dopo 20 giorni bloccati a bordo della nave. Dal centro di accoglienza Casa delle Culture che si trova nel paese del Ragusano arriva la disponibilità a ospitarli. «Ci sono lunghe procedure da fare», chiarisce la responsabile Giovanna Scifo
Da Scicli pronti ad accogliere migranti Sea Watch «Verrà deciso come distribuirli in base a chi arriva»
Alcuni dei migranti della Sea Watch sbarcati ieri a Malta, dopo 20 giorni di odissea trascorsi bloccati a bordo della nave in mare, potrebbero essere ospitati nel centro accoglienza Casa delle Culture di Scicli, in provincia di Ragusa, gestito dalla Federazione delle chiese evangeliche. Si tratterebbe di alcune delle dieci persone (su un totale di 49) che sono state assegnate all’Italia nell’ambito della distribuzione operata dalle autorità europee.
«Noi abbiamo dato la disponibilità a ospitarli – spiega a MeridioNews Giovanna Scifo, la responsabile della Casa delle Culture – ma è chiaro che verrà deciso dove e come distribuire queste persone anche in base a chi arriva. In questo momento, quindi – aggiunge – non è ancora certo che verranno da noi. Perché la cosa si concretizzi bisogna attendere i tempi della burocrazia». In questo momento, i migranti si trovano ancora a Malta. «Come per ogni sbarco, adesso – chiarisce Scifo – c’è ancora tutta una serie di procedure da fare che sono lunghe e non si esauriscono certo nel giro di mezza giornata».
Il centro di accoglienza per migranti di Scicli, nato nel 2014 nell’ambito di Mediterranean Hope (il programma per rifugiati e migranti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia) al momento ospita in totale 33 persone. «Noi ci occupiamo di accoglienza diffusa in appartamenti e, in questo momento – aggiunge Scifo – ospitiamo famiglie che arrivano dalla Siria, donne originarie delle Nigeria in stato di gravidanza e ragazzi neo maggiorenni». Un tipo di accoglienza diversificata per cui, pur restando ferma la disponibilità all’accoglienza, «bisognerà vedere chi sono le persone che arriveranno e se potranno essere ospitate nei nostri appartamenti», conclude la responsabile.