Dal palco del Teatro Massimo il premier ha strigliato i siciliani esortandoli a un cambio di passo perché «hanno opportunità impressionanti». Dal G7 agli sgravi fiscali fino ai tagli all'università: tanti i punti affrontati dal primo ministro che ha anche annunciato di tornare nell'Isola il 16 novembre per una «ricognizione delle infrastrutture»
Da Palermo Matteo Renzi esorta la Sicilia al cambiamento «Alto potenziale, ma poca autostima: ora svolta culturale»
Il Paese e, in particolare, la Sicilia possiedono «un potenziale pazzesco», ma soffrono entrambi di «un gigantesco problema di autostima». Parola del presidente del Consiglio Matteo Renzi che oggi da Palermo – in visita da ieri del capoluogo siciliano per inaugurare l’anno accademico dell’Università – ha colto l’occasione per strigliare il popolo siciliano esortandolo al cambiamento perché, ha assicurato, «possiede assets e opportunità impressionanti. Ci sono cose che non funzionano – ha ammesso Renzi -, ma adesso dico basta a chi si lamenta soltanto e alimenta la cultura della rassegnazione: c’è bisogno di un cambio di passo culturale». Secondo il premier, infatti, il mondo chiede bellezza, cultura, ed è proprio questo il ruolo dell’Italia, del Mezzogiorno e della Sicilia: «In un mondo che pensa solo ai numeri, occorre dire che i veri valori sono quelli della cultura e della conoscenza, e non bisogna cedere alla cultura della rassegnazione».
Nel suo lungo intervento, durato oltre 40 minuti, il premier ha scelto il palco del Teatro Massimo – che per l’ex sindaco di Firenze possiede tutte le caratteristiche per essere considerato «tra i più belli del mondo» – per rilanciare la scelta di Taormina come futura sede del prossimo G7 definendola una «gigantesta operazione sul brand Sicilia». «Tutte le operazioni di successo degli ultimi dieci anni – ha spiegato – si sono accompagnate a una brillante operazione di comunicazione. Senza una buona storia da raccontare, anche il prodotto migliore non sarà venduto. E senza una buona storia da raccontare la Sicilia continuerà ad avere un quinto dei turisti delle Canarie o delle Baleari». Tradendo le iniziali premesse di non cadere nella trappola di numeri e cifre da «discorso elettorale», il premier ha annunciato anche la prossima data in cui farà nuovamente tappa nell’Isola per una «ricognizione delle infrastrutture», perché il rilancio del Sud passa anche e soprattutto dal potenziamento delle sue opere: «Oggi indichiamo i valori, ma ci sono anche le cose che facciamo e quelle da fare. Il 16 novembre saremo di nuovo in Sicilia con il ministro Graziano Delrio per fare una ricognizione puntuale delle infrastrutture viarie e tecnologiche importanti per connettere questa regione».
Dalla Sicilia al Mezzogiorno il passo è breve ed ecco altri annunci in materia di sgravi e interventi per rilanciare il lavoro: «C’è la legge di Stabilita che contiene elementi importanti – ha sottolineato – e ci saranno ancora gli sgravi per le assunzioni, in una terra che è piegata dalla mancanza di lavoro: quegli incentivi già decisivi per il buon risultato del Jobs Act, torneranno nelle regioni del Sud e solo nelle regioni del Sud. C’è, insomma, un lavoro forte, ma tutti devono fare la propria parte, anche le università». Ma proprio nella giornata dedicata all’università e alla formazione sono sono mancate, tuttavia, tensioni con gli studenti degli atenei. Un gruppo di manifestanti, formato da ragazzi e lavoratori, ha dato vita a una protesta, ed è stato tenuto a distanza dalle forze dell’ordine che hanno impedito che si avvicinasse. Erano in particolare studenti medi, universitari, professori e lavoratori che hanno contestato la «passerella che prova a nascondere le miserie del sistema formativo e del mercato del lavoro».
Ma mentre in strada scoppiavano tafferugli, dentro il Teatro Renzi ha posto proprio l’accento sul taglio dissennato delle risorse agli atenei: «Non dico che non vi fossero le motivazioni, dal baronaggio ai casi di malagestione, che hanno prodotto un clima negativo e che, agli occhi dell’opinione pubblica, ha giustificato un taglio che è stato estremamente dannoso. Anche se la cultura della revisione della spesa va bene, i tagli indiscriminati sono una ferita insanabile. Non sono qui per fare promesse – ha concluso – ma ci impegneremo per trovare soluzioni che possano risolvere il dramma dei giovani ricercatori alle prese con i turn over: prima ancora della stabilità e la certezza, dobbiamo assicurare loro di di avere ogni anno concorsi liberi e aperti». «La presenza di Renzi è per Palermo un motivo di orgoglio – dice Davide Faraone, sottosegretario all’istruzione – in Legge di Bilancio abbiamo inserito misure per il diritto allo studio fondamentali per colmare il divario tra Nord e Sud del Paese anche nell’ambito dell’istruzione e della formazione: abbiamo stabilizzato l’incremento del fondo per il diritto lo studio, previsto nella scorsa legge di Bilancio, abbiamo pensato a una no tax area per studenti meritevoli ma privi di mezzi, stiamo lavorando per eliminare il paradosso dei cosiddetti idonei senza borsa. Sono felice – conclude – che questo nuovo anno di buone notizie per l’università parta qui, oggi a Palermo, con Matteo Renzi. Un segnale importante per il Paese».