Un messinese di 28 anni, G.R., è stato arrestato con l’accusa di essere un soldato mercenario al soldo delle milizie filorusse nel conflitto in corso in Ucraina Orientale. Il giovane, reclutato in Italia, combatteva in cambio di un compenso economico nel Donbass, contro l’esercito ucraino.
Le indagini, avviate nel 2019 e coordinate dalla Dda di Messina, si sono avvalse anche dell’analisi dei flussi finanziari internazionali e dei dati forniti da Facebook sulla base di una commissione rogatoria con gli Stati Uniti avviata dalla Procura peloritana. È stato così possibile documentare l’attività del giovane in Ucraina, dove si era stabilito dal 2016, e da dove condivideva sui social le immagini delle proprie attività militari con parenti e amici, fornendo anche consigli e indicazioni per intraprendere quel tipo di carriera a quanti glielo chiedessero. Ha trovato, inoltre, conferma l’esistenza e l’operatività di una struttura organizzata attiva nell’area Italia-Ucraina e dedita al reclutamento e al finanziamento di mercenari destinati ad integrare le fila delle milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass, già emersa da un’analoga attività condotta dal Ros nel 2018.
Il circuito coinvolge soggetti provenienti da diverse regioni d’Italia che hanno intrapreso l’attività di combattenti, schierati contro l’esercito regolare ucraino nei territori contesi delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e, in tale contesto, particolarmente allarmanti sono risultati i rapporti dell’indagato messinese con altri mercenari e, in particolare, con Andrea Palmeri, livornese, detto il generalissimo, già destinatario di un mandato di arresto europeo in quanto ritenuto responsabile di arruolamento e reclutamento di mercenari a scopo terroristico ed eversivo, oltre che di associazione per delinquere.
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