Condividere, imparare e fare nuove esperienze per fare del bene alla propria comunità. Sono questi gli obiettivi principali della neonata associazione Whole – urban renewal, costituita da alcuni studenti di Ingegneria civile e architettura e di Scienze della formazione dell’università di Catania che l’anno scorso, in collaborazione con il centro di ricerca per il Community university engagement, hanno preso parte al laboratorio interdipartimentale I paesaggi delle mafie, nato con lo scopo di rendere i cittadini catanesi attivi, consapevoli e responsabili dei luoghi da loro fruiti. Come il centro Punto Luce di Save the Children, con cui gli studenti sono entrati subito in contatto, che ormai da tre anni promuove nel quartiere di San Giovanni Galermo attività gratuite per bambini e ragazzi. Ma anche per i loro genitori. «Nato come dopo scuola, il centro è diventato in pochissimo tempo punto di riferimento e luogo di ritrovo per genitori e bambini – racconta la studentessa 23enne di Ingegneria edile, Lucia Fagone – dove poter svolgere attività legate allo studio, ma anche ludiche, sportive, artistiche, musicali, culturali e ricreative».
Altro luogo al centro del progetto è l’orto urbano Ortinsieme che il gruppo di studenti ha realizzato all’interno del centro sociale. «Noi lo chiamiamo l’orto delle mamme – spiega Lucia – perché sono state proprio loro a darci l’idea partendo dalla mancanza di aree di incontro in zona. La parte esterna dell’edificio non era utilizzata e dunque siamo entrati in azione progettando insieme a loro uno spazio dove parlare di legalità, sostenibilità, partecipazione sociale e miglioramento degli spazi comuni, e all’interno del quale potersi dedicare anche ad attività come la zumba, la fotografia, il trucco e il parrucco».
Un iter lungo un anno durante il quale i ragazzi hanno tenuto sempre vivo l’obiettivo della progettazione pianificata che mette al centro i cittadini e le loro esigenze. «È importante – sottolinea Lucia – coinvolgere più persone possibile per incoraggiare un senso di appartenenza verso gli spazi che vivono ogni giorno e per stimolare la collaborazione di tutte le parti della società nella cura e nella riqualificazione degli spazi pubblici partendo dal basso». Un grande contributo economico è arrivato da RotarAct che ha organizzato delle attività di autofinanziamento. A conclusione del corso è stato prodotto il video documentario Suburbs need beauty premiato al concorso internazionale Landscape futures organizzato da Uniscape. Gli studenti hanno scelto di raccontare non solo l’esperienza del laboratorio ma anche il degrado in cui versano le periferie catanesi e il bisogno di bellezza di questi luoghi.
«Quando il nostro percorso si è concluso ci siamo resi conto di aver creato un gruppo affiatato che condivide ideali e voglia di continuare a lavorare insieme – afferma il 24enne Simone Grasso – Da un laboratorio universitario è nata un’associazione a tutti gli effetti che, nonostante sia di carattere urbanistico e quindi apparentemente rivolta a ingegneri e architetti studenti o professionisti, in realtà si apre a tutte le professionalità e a chiunque cammini per la città osservandola, fotografandola e raccontandola con i propri mezzi». In programma per la nuova edizione del laboratorio – per cui si reclutano nuovi studenti che possono iscriversi fino al 16 novembre – nuove idee e progetti dedicati al sociale. «Non sappiamo ancora dove potrebbe portarci questo percorso – conclude Simone – ma vogliamo continuare insieme a portare avanti sul territorio progetti urbani che stimolino l’interesse e il dibattito sulla città con la volontà di coinvolgere quanti condividono la nostra stessa visione e fiduciosi che questa esperienza ci riserverà non poche sorprese e soddisfazioni».
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