Da giorno della memoria ad appuntamento elettorale «Vergognoso farlo diventare un’occasione da comizio»

Salvini sì o Salvini no? Il 27esimo anniversario della strage di Capaci è arrivato quest’anno trascinandosi dietro non poche polemiche. A innescarle sono state vicende come quella della professoressa dell’industriale Vittorio Emanuele III, Rosa Maria Dell’Aria, sospesa per due settimane. Ma anche l’invito rivolto dalla Fondazione Falcone al ministro degli Interni Matteo Salvini a partecipare alle commemorazioni di oggi, qui a Palermo. Invito che il vicepremier ha prontamente raccolto, presentandosi questa mattina in città. Questo ha innescato una serie di contro-iniziative alternative ai riti ufficiali celebrati in aula bunker, dal presidio degli studenti davanti alla scuola di via Duca della Verdura a quello di attivisti, militanti e semplici cittadini alla Casina No Mafia a Capaci. Insomma, il leader della Lega doveva venire oppure no a Palermo?

Il 23 maggio è da anni un giorno che si articola attraverso diversi momenti, di carattere anche molto differente fra loro. Quello che si celebra all’interno dell’aula bunker dell’Ucciardone, luogo del primo grande processo a Cosa nostra, è da sempre un momento fortemente istituzionalizzato, durante il quale a darsi il cambio, tra un intervento e l’altro, sono sostanzialmente rappresentanti dello Stato, accolti dagli studenti delle scuole. Se Salvini, in qualità di ministro degli Interni, avesse disertato un appuntamento come quello di oggi, a prescindere dall’aver ricevuto un invito o meno, non avrebbe forse ugualmente destato delle polemiche? Forse sì. Ma così non è stato. Matteo Salvini quell’invito lo ha accettato ed è venuto oggi a Palermo. Sorvolando anche sulle defezioni di questa mattina in aula bunker: assenti infatti il presidente della Regione Musumeci e il presidente della Commissione regionale antimafia Fava, a cui si è aggiunto all’ultimo minuto anche il sindaco Orlando, malgrado le promesse fatte fino a pochi giorni fa. Tutto finito? Si può procedere con le commemorazioni? Sembra di no.

A riaccendere chiacchiere e contestazioni, adesso, è un manifesto apparso qualche ora fa sulla pagina Facebook del segretario della Lega in cui la visita di oggi a Palermo di Salvini sembrerebbe essere stata trasformata in uno dei tanti appuntamenti elettorali in vista delle Europee. «Giovedì 23 maggio Sicilia e Piemonte – esordisce il manifesto, con un Salvini sorridente in primo piano e un dito puntato verso lo spettatore a mo’ di zio Sam meno accigliato -. Ore 10:00 Palermo, XXVII anniversario delle stragi di Capaci e via d’Amelio», mentre da un riquadro in alto a sinistra fa capolino la Cattedrale schiacciata dal simbolo della Lega. «Senza “comunque” né “però”, lui è il ministro degli Interni e va rispettato per la carica istituzionale che ricopre, e nessuno si può sottrarsi dal rispettare questo ruolo, punto», sostiene categorico il consigliere comunale Francesco Bertolino.

«Ma – prosegue – anche il ministro degli Interni a sua volta deve avere rispetto della carica e della Costituzione e non può scendere qui come leader politico in una giornata di memoria della nostra città, ancora più grave che questa passerella riguardi proprio il ministro degli Interni. Io oggi sarei andato in aula bunker a stringergli la mano, nel rispetto del suo ruolo istituzionale. Ma lui non si può permettere di inserire in un manifesto della Lega l’appuntamento di Palermo come se fosse un appuntamento elettorale. Il manifesto della Lega non è l’agenda istituzionale, è altra cosa, è campagna elettorale ed è vergognoso, questo è il tema. Non può mettere il logo della Lega accanto all’appuntamento di oggi, non è venuto qui a fare un comizio, e questo è un errore…il fatto che lui l’abbia messa fa pensare che invece l’abbia inteso proprio come un comizio e, lo ribadisco, è vergognoso». Polemiche anche nel mondo virtuali, dove il manifesto ha preso a circolare da qualche ora, suscitando ilarità e indignazione. 

«Aggiungere con una postilla accanto all’appuntamento del comizio “XXVIII anniversario delle stragi” rende quello che di fatto è un appuntamento elettorale di un singolo partito un evento ufficiale – commenta Carmine Capozzi sui social -. In pratica il nostro lungimirante ministro degli interni, facendo coincidere i suoi appuntamenti elettorali con le date delle manifestazioni pubbliche, sfrutta il suo ruolo istituzionale per approfittare dei benefits ad esso collegati. Così facendo (associando dunque ad ogni incontro elettorale una stretta di mano con un questore qui, un commissario lì, un ammiraglio là) può tranquillamente fare continua campagna elettorale (con tanto di cartelloni con il simbolo Lega barrato e i suoi meravigliosi slogan) a zero spese, usando le diarie per le trasferte e facendosi autorizzare i voli di Stato. In pratica la campagna elettorale delle europee di Matteo Salvini la stiamo pagando tutti noi, e lo stiamo facendo a caro prezzo. In tutti i sensi».

E al termine dell’incontro con Rosa Maria Dell’Aria in prefettura Salvini sul punto ha detto: «Sono venuto qua da ministro, non faccio io i manifesti elettorali come non mi occupo di togliere gli striscioni. Il lavoro da ministro dell’Interno è abbastanza impegnativo, non controllo i volantini». Salvini ammette lo sbaglio: «Questa è un’iniziativa istituzionale» anche se non tira le orecchie al comitato elettorale, «mi prendo sempre io le responsabilità e le orecchie me le tiro da solo».  


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