Natura, casualità e lentezza. Queste le parole d’ordine che hanno ispirato un viaggio di 135 giorni, percorsi da una giovane coppia partita dalla città dell'elefante. «Viaggiamo con un ritmo tutto nostro. La Sicilia? Non cambia», raccontano a MeridioNews
Da Catania a Capo Nord con l’automobile del 2004 L’avventura di due etnei lontano dai circuiti turistici
Catania–Capo Nord, non solo andata. Per i giovani catanesi Francesco Di Blanca e la compagna Veronica Milano, esperti viaggiatori, il ritorno in Sicilia è sempre parte del viaggio. Ma la partenza ormai è d’obbligo. L’ultima impresa è quella iniziata a giugno e completata in 135 giorni utili, a bordo di una Ford Fiesta immatricolata nel 2004, per attraversare lo stivale fino a Capo Nord, passando per Francia, Belgio, Paesi Bassi, Germania e Scandinavia. E poi per Finlandia, Lettonia, Polonia e Croazia. In un viaggio di incontri con culture, natura, servizi e civiltà. «Ci spostiamo con un ritmo tutto nostro» racconta Francesco a MeridioNews.
Compagni di viaggio ma anche di vita. Un percorso di studi in Informatica lui, in Scienze del turismo lei. Oggi, rispettivamente videomaker e fotografa, capaci di avere reso la propria passione un mestiere. «Viaggiare ci fa sentire vivi – prosegue Francesco – È ciò che ci avvicina maggiormente ai nostri sogni».
E non è difficile crederci. Reduci da un viaggio di due anni in Australia, dove hanno percorso 45mila chilometri a bordo di un furgoncino adibito a camper. «Adoriamo i posti meno inflazionati. In Francia, per esempio, abbiamo visitato la parte meridionale. Un’anima raccolta di paesini, che si contrappone al nord caotico e cosmopolita».
Un modus itinerandi reso possibile dalla scelta di viaggiare in macchina. «Guidare ti consente di individuare questi posti così particolari e peculiari: angolini autentici. In Belgio ci siamo imbattuti in una vera e propria cittadina fantasma: Doel, vicino Anversa, che si è svuotata in circa quindici anni a causa di lavori al porto mai ultimati. Presa d’assalto dai writers, si è trasformata in una città piena di graffiti». E ancora la Svezia: «Tutta natura, soprattutto al Sud: migliaia di chilometri di alberi e laghi. Lì abbiamo campeggiato liberamente davanti ad un lago, con il fuoco acceso. Soltanto noi e la natura contaminata, in solitudine e silenzi assoluti. Una zona priva di turisti, ricca solo di villaggi».
Compreso nel prezzo anche qualche piccolo imprevisto. «A Capo Nord durante una notte il vento ha raggiunto la velocità di 120 chilometri orari, con una temperatura di tre gradi. La tenda che avevamo montato ci schiacciava la faccia, ma almeno ci riparava un po’ dal freddo». Immancabile anche un’acquazzone improvviso in Norvegia, «anche in quel caso la nostra tenda impermeabile ha vissuto qualche difficoltà. Si è riempita d’acqua e ci siamo trovati in una sorta di palude notturna», continua il viaggiatore.
Una traversata autentica, che concede alla coppia una definizione consapevole per ogni paese. La Norvegia? «La più sorprendente a livello paesaggistico«. La Polonia? «Straordinariamente evoluta, anche dal punto di vista tecnologico. E una grande cura per le cose, che si estende dal privato al pubblico». Infine Catania, dove «la nostalgia di tornare desiderando ogni volta di trovare le cose migliorate – precisa il giovane videomaker – La vivi male quando torni a casa nella tua realtà. La Sicilia non cambia. Casa è sempre casa: ci sono gli amici e gli arancini. Il senso di appartenenza è forte: la tua fibra. Ma l’amore per casa tua ti porta a volerla vedere bella e migliorata. Invece, da questo punto di vista, senti sempre uno strappo».