Riprendiamo da "Il Ducato on-line" quest'articolo sulla leva in corso per la televisione di Al Gore, che a maggio sbarca in Italia. Non ci sarà una redazione giornalistica. I servizi saranno opera di collaboratori esterni e di tutti gli utenti che vorranno o sapranno realizzarli
Current, la news-tv assume, ma non giornalisti
La ragazzina che sta viaggiando sul treno Grozny-Mosca ha solo tredici anni. Abbandona la famiglia in Cecenia per rifarsi una vita lontano da casa perché, dice, sono troppo giovane per morire. Le sue paure, le sue speranze e i suoi pensieri, li confessa alla telecamera. Dietro la macchina c’è Kopiova. Con questo nickname si firma una cittadina-reporter, presumibilmente russa, che ha raccolto la sua testimonianza. Una storia che è finita in quaranta milioni di case negli Stati Uniti. Tante sono le abitazioni raggiunte dal segnale via cavo o via satellite di Current, la tv di informazione che da spazio agli utenti giornalisti. Il 30% del suo palinsesto è composto da servizi e clip prodotti dagli spettatori e selezionati sul portale della tv.
Uno degli elementi fondanti di Current è la sinergia tra televisione e internet. Il sito funziona come un portale di social networking, tipo Youtube o Myspace. Gli utenti creano delle loro pagine personali dove postare commenti e caricare video. I pod (questo il nome delle clip di Current.com) non devono avere necessariamente contenuto giornalistico. È possibile realizzare anche dei video promozionali per il canale o degli spot pubblicitari commissionati dagli inserzionisti. I contenuti più votati dalla community di Current.com saranno inseriti nel palinsesto della televisione.
Fondata nel 2005 da Joel Hyatt e dal premio nobel per la pace Al Gore, Current Tv arriverà nel nostro Paese ai primi di maggio su Sky. In occasione del lancio del canale, arriverà in Italia l’ex vicepresidente degli Stati Uniti. A dirigere Current Italia ci saranno Tommaso Tessarolo, uno dei pionieri di internet e della tv digitale in Italia e Davide Scalenghe, produttore che ha lavorato per Cnn International ed Mtv. Il primo, che ha partecipato alla creazione della piattaforma digitale terrestre Mediaset e ha ideato numerosi siti tra cui il portale di Cinema 35mm.it, sarà capo dipartimento programmi, una sorta di direttore di rete. Scalenghe, che ha curato serie televisive come The Osbournes ed eventi come gli Mtv Music Awards, sarà capo del dipartimento VC2. Si occuperà quindi del palinsesto.
In queste settimane, si stanno svolgendo le selezioni per formare la squadra che farà parte di Current tv. Un gruppo che, all’inizio, sarà composto da circa trenta persone, che lavoreranno nella sede operativa dell’azienda, a Milano. La sede legale della Current Italia s.r.l. (la società a cui farà capo la tv) è invece a Roma. Tommaso Tessarolo, capo dipartimento programmi, ha pubblicato sul suo blog una lista di figure che stanno cercando. Si va da persone con competenze tecniche, come montatori, esperti di internet e di gestione dei dati, a figure più creative come autori e presentatori. Ma non giornalisti. Ed è forse questo l’aspetto più rilevante, considerando che, come spiega Davide Scalenghe Current Italia non trasmetterà fiction, ne intrattenimento, solo news. Non ci sarà quindi nessuna testata giornalistica. Caso unico per una televisione dichiaratamente di informazione.
Avremo una rete di circa 50 film maker, a cui commissioneremo i servizi spiega Davide Scalenghe – il resto lo faranno gli utenti del sito, proponendo servizi o partecipando a contest lanciati dallo staff di Current. I video più votati dalla community saranno trasmessi. Agli utenti che si segnaleranno per i lavori più convincenti potranno essere commissionati dei servizi entrando quindi a far parte della rete di collaboratori. Un gruppo che non sarà immutabile ma che, anzi, speriamo cambi continuamente, in modo da avere contenuti sempre freschi. I Vc2 (viewer created content, ossia le clip girate dagli utenti che passeranno in tv) potranno durare dai 3 agli 8 minuti, e saranno pagati dai 500 ai 1000 euro. Una prima occasione per i cittadini reporter che vorranno proporre ed eventualmente anche vendere i loro servizi sarà sabato 29 marzo a Milano, al termine del workshop del More than Zero festival, dal titolo Current tv: televisione e interazione. I video dovreanno durare dai tre agli otto minuti e potranno essere pagati dai 500 ai 100o euro. In quell’occasione lo stesso Davide Scalenghe interverrà per spiegare come sarà la nuova tv. Qualche anticipazione l’ha data al Ducato online.
Non faremo telegiornali ci spiega – ce ne sono già troppi, propongono tutti le stesse notizie. Chi le racconta poi, ha spesso una conoscenza superficiale dei fatti. Current farà un’informazione più diretta. Vorremmo che il problema della spazzatura a Napoli ce lo spieghi chi lo vive tutti i giorni. Certo, ma che ne sarà dell’obiettività dell’informazione, se a farla non saranno professionisti ma persone che potrebbero dare solo una visione parziale e troppo coinvolta dei fatti? É questo il punto. Per noi non esiste il giornalismo obiettivo. Esistono le persone e i fatti. Noi chiediamo loro di raccontarli, esprimendo opinioni, mettendosi in gioco. No ci interessa l’informazione fredda e distante. Ma quella sanguigna, che magari divide il pubblico, ma può essere lo spunto per una discussione, per un confronto.
Tutti i contenuti saranno quindi opera di freelance. Gli unici prodotti dallo staff saranno i servizi della sezione Vanguard Journalism, della sede americana della tv. É un team che si occupa di fare documentari e inchieste, girate in zone a rischio come l’Afghanistan. Un lavoro spiega Davide Scalenghe – che difficilmente avremmo potuto chiedere a dei collaboratori.
L’Italia è il primo paese non anglofono a far parte del network internazionale di Current, che per ora comprende Stati Uniti, Inghilterra e Irlanda. Una scelta – secondo Davide Turi, produttore di Rti Interactive Media (Mediaset) dovuta all’ottimo successo di siti come Myspace o Youtube, e in generale del web 2.0. tra i giovani italiani. La tv è strettamente legata al portale. Questo la rende un media tradizionale e interattivo allo stesso tempo spiega Alfonso Marone, partner della società di consulenza Value Partners London, specializzata in media. Un esperimento non nuovo, in realtà. Altre televisioni, come ad esempio Mtv hanno fatto cose simili. Ma nessuna tv di informazione ha mai sperimentato questa formula. E poi – sottolinea Marone il progetto è di altissimo profilo. Farà parte di un network internazionale. La qualità del servizio è garantita. La presenza di Al Gore tra promotori poi, non potrà fare altro che attrarre investitori.
L’esportazione del marchio Current è la naturale evoluzione di un cammino che finora ha dato risultati positivi. Il numero dei suoi abbonati in tutto il mondo è passato dai 19 milioni del 2005, anno del debutto, agli attuali 51. Nel 2007, gli utili della società sono cresciuti del 68%. E per il gruppo si prevede, a breve, la quotazione al Nyse, la borsa di New York.
L’esperimento è all’avanguardia anche per quel che riguarda la pubblicità. Oltre ai servizi televisivi infatti, gli utenti di Current.com possono produrre anche spot, su commissione degli inserzionisti. Una novità che sicuramente piacerà al mercato commenta Marone – perché un consumatore che promuove un prodotto può spesso risultare più convincente. Se decido di pubblicizzare un articolo è perché veramente lo ritengo valido. E ciò rende il mio spot più genuino. È come se a consigliare questa o quella marca di detersivo fosse la mia vicina di casa e non un’attrice che segue un copione. Se fatta bene, questa è la forma più efficace di marketing. E poi è molto più economica. Ma da qui a dire che questo sposterà risorse dalla tv generalista ai nuovi media, secondo l’esperto di Value Partners, ce ne vuole. In tv spiega passa circa il 50-55% di tutta la pubblicità. Molto di più che negli altri paesi. I nuovi media stanno guadagnando quote di mercato, ma sarà difficile che arrivino a scuotere questi equilibri.
[Quest’articolo è stato pubblicato su “Il Ducato on-line”, quotidiano on-line dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino]
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