Una foto con la faccia di Totò Cuffaro in bianco e nero e una aureola dorata che luccica sulla sua testa. «Riabilitato… e presto beatificato», è la scritta che accompagna l’immagine che è stata affissa in giro per la città di Palermo. Ancora una volta, dietro i manifesti, c’è il collettivo artistico Offline. Lo stesso che, già in passato, aveva fatto comparire in giro per il capoluogo i manifesti Forza Mafia e Democrazia collusa in occasione delle scorse elezioni amministrative palermitane. Anche l’ex presidente della Regione Siciliana Totò Cuffaro era già stato protagonista di altri cartelloni da parte dei subvertiser. Questa volta, però, l’occasione per mettere al centro dei manifesti il leader della nuova Democrazia cristiana è «l’uscita del documentario sulle imprese sportive del carcerato Totò Cuffaro», si legge in una nota dello stesso collettivo.
Ben 18.565 chilometri (10,5 chilometri al giorno) in 1768 giorni. «Ci siamo permessi di offrire le nostre competenze artistiche – spiegano ancora da Offline – proponendo una locandina ispirata all’opera 1984 di George Orwell. Inoltre, soffermandoci sull’avvenuta riabilitazione del maratoneta, ci è sembrato doveroso auspicarne la beatificazione, con un manifesto posto a latere della locandina summenzionata». I manifesti sono stati affissi a piazza Castelnuovo, davanti al teatro Politeama Garibaldi (dove ci sarà la proiezione del documentario), a piazza Sant’Oliva e in via Paolo Paternostro, a Palermo.
«Io rispetto e credo nella nostra Costituzione. Secondo l’articolo 27, comma 3, “Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato“. Penso sia un dovere per tutti e un diritto per chi ci crede. Evidentemente non tutti ne sono convinti». Così Cuffaro, con una nota, ha commentato i volantini apparsi questa mattina nel capoluogo. «L’articolo 13 della Costituzione – aggiunge il leader della nuova Dc – difende e garantisce la libertà tutta, anche quella di pensiero e di espressione. Soprattutto di chi pensa e si esprime contro di me. E io credo nella Costituzione e la rispetto, sempre», ha aggiunto Cuffaro sottolineando che quei manifesti sono stati «affissi abusivamente dal collettivo Offline».
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