«La sentenza ci soddisfa. Ci stupisce che il comune di Palermo sia stato reso esente da responsabilità». Undici anni, tanto ci è voluto per stabilire i responsabili del crollo che la notte del 17 dicembre 2012 distrusse due palazzine in via Bagolino, a Palermo, facendo quattro vittime. La sentenza di primo grado vede condannati per omicidio e disastro colposo quattro persone: Antonino Firicano, Rosa Calvaruso, Maria Giovanna Costanza e Maria Rosa Tuccio, i proprietari degli appartamenti abusivi che appesantirono la struttura di uno dei due stabili, quello che crollando ha portato con sé anche l’altro.
Palazzine nate per sostenere due piani, che col tempo erano diventati però quattro, esercitando un carico eccessivo sulle mura portanti. Un procedimento lungo e travagliato, quello che ha portato alla sentenza di ieri. «È stato un processo molto complicato, c’è voluto un anno e mezzo solo per trovare un perito. Poi a distanza di così tanto tempo anche realizzare le perizie è stato davvero difficile» racconta a MeridioNews Michele Calantropo, uno dei legali dei familiari di Elena Trapani, Ignazio Accardi, Maria La Mattina e Antonino Cinà, le quattro vittime del crollo.
Ma a destare curiosità è anche il mancato riconoscimento delle responsabilità del comune di Palermo. «È stato provato che il Comune non aveva correttamente vigilato sull’adeguatezza delle opere eseguite – prosegue Calantropo – Se si presenta un progetto e si esegue in difformità qualcuno doveva controllare e quell’immobile aveva delle carenze. Aspettiamo le motivazioni della sentenza per capire il perché di questa decisione».
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