Crocetta e i giornalisti siciliani: botta e risposta

Botta e risposta tra il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e i rappresentanti dei giornalisti siciliani. Ad attaccare giornali e giornalisti – senza fare nomi – è stato il governatore dell’Isola

”Purtroppo – ha detto – l’atmosfera di tensione in Sicilia è alimentata anche da alcuni giornalisti che forse vogliono sostenere che la mafia che io denuncio non esiste e deve continuare a non esistere”. Il presidente ha detto di sentirsi preso in giro da chi ha frainteso le sue frasi.

Dopo di che il Crocetta nell’esposizione di una bizzarra idea del giornalismo e dell’informazione. ”È arrivato il momento – ha detto – di far sapere ai siciliani qual è la partita e anche gli organi di informazione devono decidere da che parte stare. La vittima e l’aggressore non possono essere messi sullo stesso piano. Alcuni giornalisti non possono mettere la mia denuncia e il denunciato allo stesso livello”.

Domanda: ma il ‘denunciato’ dal presidente della Regione non ha diritto di parola?

Ci viene in mente una frase di Leo Longanesi: “Il Duce ha sempre ragione…”.

Quindi l’immancabile panegirico sulla mafia: “Non è possibile che quando noi attacchiamo la mafia c’è una parte dell’informazione che gioca sporco. E vedremo anche che rapporti di parentela ci sono: preparerò un dossier”.

Bella e incisiva la replica del presidente dell’Ordine dei giornalisti siciliani, Riccardo Arena: “Finalmente – ha detto Arena – è tutto chiaro: Rosario Crocetta non si fida dei giornalisti in generale ed è forse questo il motivo per cui il presidente della Regione continua a dilettarsi nel giornalismo-fai-da-te, esercitando abusivamente il nostro mestiere”.

“Quando però si parla di giornalismo siciliano e mafia – ha aggiunto il presidente dell’Ordine dei giornalisti siciliani – non accettiamo lezioni da nessuno, men che meno da Crocetta: contiamo otto morti per mano di Cosa nostra e il signor governatore non può permettersi di continuare a calpestare i nostri diritti, di sparare nel mucchio, di preannunciare dossier contro chi scrive cose che non gradisce, di fare improponibili chiamate

Rosario Crocetta. Foto di Gabriele Bonafede

alle armi, della serie ‘o con me o contro di me, e chi non sta con me è ovviamente mafioso’. La stampa sta dov’è sempre stata, dalla parte delle notizie e dei lettori, e non si fa condizionare dai proclami e dai ricatti morali del presidente della Regione”.

“Se Crocetta ha proprio qualcosa da dire – conclude Arena – faccia nomi e cognomi”.

Al governatore dell’Isola replica anche l’Assostampa, il sindacato dei giornalisti: “Se Crocetta ha davvero il coraggio di andare fino in fondo nella lotta alla mafia, senza fare proclami e lanciare accuse generiche e demagogiche, faccia i nomi dei giornalisti e delle testate che – secondo lui – ‘giocano sporco nella lotta alla mafia. Altrimenti taccia. Se, invece, come è più probabile, il problema è di non accettare alcun tipo di critica o di ironia, allora sarebbe più utile un corso accelerato di democrazia”.

Presidente Crocetta, lei da che parte sta? Altri consigli per la stampa?

 


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