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Ferdinando Croce si è dimesso da direttore generale dell’Asp di Trapani. Il Pd vuole Schifani in aula
Ferdinando Croce ha rassegnato questa mattina, ufficialmente e a quanto pare tra le lacrime, le dimissioni da direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani durante l’audizione davanti alla commissione Sanità dell’Assemblea regionale siciliana. «Mi dimetto da direttore generale», ha dichiarato Croce, annunciando di aver già inviato via PEC la comunicazione formale. Una scelta maturata dopo la sospensione dall’incarico, seguita alle gravi criticità emerse nella gestione dell’azienda sanitaria, in particolare ai ritardi nei referti degli esami istologici, che in alcuni casi hanno superato i dieci mesi.
Per un’ora e mezza Croce ha esposto la sua versione dei fatti, esprimendo profonda amarezza: «In questi mesi ho presentato agli ispettori della Regione, del ministero e all’autorità giudiziaria la documentazione che attesta il mio lavoro per risolvere una vicenda dolorosa, che ha comportato sofferenze per tanti pazienti e le loro famiglie». L’ex manager rivendica l’impegno profuso nel tentativo di recuperare anni di inefficienze: «Ho cercato, come ho potuto, in pochi mesi, di risolvere quel che si era determinato negli anni precedenti. Per tredici mesi ho lavorato prima da commissario straordinario, poi da direttore generale, cercando di dare il meglio di me. Mi conforta la serena consapevolezza che la mia professionalità potrà essere riconosciuta quando questa vicenda sarà chiarita».
Non sono mancati i ringraziamenti al personale dell’Asp e alla Regione Siciliana, pur nel rispetto delle istituzioni che Croce ha definito «fondamentale nella mia cultura». Ma le dimissioni non placano le polemiche. I deputati regionali del Partito democratico, Dario Safina, Giovanni Burtone e Michele Catanzaro, hanno commentato con durezza la vicenda, sottolineando che «le dimissioni non chiudono nulla». «Prendiamo atto del gesto di Croce, ma questa è solo una tappa di una crisi sanitaria che continua a colpire la provincia di Trapani e tutta la Sicilia», affermano i tre parlamentari. E puntano il dito contro il governo regionale: «Croce ha le sue colpe, certo. Ma le responsabilità politiche stanno altrove, e hanno nomi e cognomi: Renato Schifani e la sua giunta, che da tre anni governano la Sicilia con risultati disastrosi, soprattutto nella sanità pubblica».
La relazione del Dasoe, l’organismo ispettivo della Regione, ha infatti evidenziato gravi disservizi, definendo la gestione dell’Asp «inefficiente e in violazione dei principi dell’amministrazione pubblica». «Chiediamo che il presidente della Regione venga subito a riferire in aula sullo stato della sanità siciliana – concludono i deputati dem –. La situazione è grave, il sistema è al collasso. Se la politica non è in grado di assumersi le proprie responsabilità, allora è giusto che sia chiamata a risponderne davanti ai siciliani». Il passo indietro di Croce lascia ora un vuoto nella dirigenza dell’Asp di Trapani, ma soprattutto riaccende i riflettori su un sistema sanitario regionale che appare sempre più fragile e sotto accusa.