La riapertura dell’ospedale San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro di Giarre, non sembra avere pace. Dopo anni di fermo, il ritorno delle attività di primo intervento nel nosocomio erano state accolte con grande entusiasmo da parte della popolazione locale che, in precedenza, davanti alla chiusura aveva protestato.
I cittadini erano arrivati ad organizzarsi in un comitato in difesa della struttura sanitaria e a mettere in piedi numerose manifestazioni. Nonostante tutto, però, a distanza di alcuni mesi dall’inaugurazione sono emersi diversi problemi, criticità visionate in prima persona dal deputato all’Assemblea Regionale Siciliana Davide Vasta che, per questo, ha presentato un’interrogazione per chiedere iniziative urgenti per superare le problematiche.
«Il presidio ospedaliero San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro, classificato come presidio ospedaliero di base – spiega Vasta – costituisce un importante punto di riferimento sanitario per tutto il comprensorio ionico-etneo, che comprende diversi paesi montani, pedemontani e costieri, con un forte aumento di residenti durante il periodo estivo. Nel settembre 2021, dopo circa sei anni di chiusura, è stato finalmente riaperto il reparto di pronto soccorso ma, nonostante la riapertura, non è mai stata coperta integralmente la pianta organica prevista, limitando fortemente il numero e la qualità delle prestazioni sanitarie erogate dal nosocomio giarrese».
A preoccupare l’utenza sono le attese; quelle segnalate direttamente al parlamentare di Sud chiama Nord, hanno superato le dieci ore. Nell’ultimo anno il pronto soccorso ha avuto circa 18mila accessi mettendo sotto stress il personale. «Le criticità – continua – sono molteplici. Dal mancato allestimento di una Unità operativa semplice di Cardiologia alla carenza di posti letto, che si traduce nei pazienti costretti a sostare nei corridoi del pronto soccorso, sulla barella, in attesa di essere trasferiti presso altri presidi ospedalieri. Mancano svariate figure mediche in ogni reparto, in particolare risulta presente solo un anestesista, anziché gli otto previsti in pianta organica, circostanza che non risulta sufficiente a soddisfare il contestuale funzionamento di pronto soccorso e sala operatoria. Ma l’ospedale risulta sprovvisto anche della figura di ecografista (pur avendo l’attrezzatura). Ne consegue che spesso si ricorre alla Tac anche quando non necessario».
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