Su quel barcone, lo scorso aprile - secondo la ricostruzione dei magistrati e condivisa dal gip al momento della convalida dell'arresto - il gruppo di musulmani, almeno 95, era il più numeroso e avrebbe innescato la rissa con i cristiani
Cristiani gettati in mare Procura chiede il giudizio immediato per gli scafisti
La procura di Palermo ha chiesto il giudizio immediato per gli scafisti accusati di omicidio plurimo aggravato dall’odio religioso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli indagati – 15, di cui uno minorenne – sono stati arrestati ad aprile scorso dalla Squadra Mobile di Palermo. Sono tutti musulmani, provenienti da Mali, Senegal, Guinea Bissau e Costa d’Avorio e cc. Su quel barcone, lo scorso aprile – secondo la ricostruzione dei magistrati e condivisa dal gip al momento della convalida dell’arresto – il gruppo di musulmani, almeno 95, era il più numeroso e avrebbe innescato la rissa con i cristiani.
«Non potete stare su questa barca» avrebbero detto, gettandoli in acqua. La lite sarebbe stata interrotta dall’arrivo dei soccorsi e i testimoni, giunti a Palermo a bordo della nave “Ellensborg” hanno successivamente ricostruito quelle fasi drammatiche. L’indagine è condotta dai pm Cescon, Ingloglia e Cammilleri e coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia che guida il gruppo di magistrati della Procura di Palermo specializzato nei reati sul traffico di esseri umani.
Circa una decina i testimoni che hanno raccontato di essere partiti dalla Libia il 14 aprile su un gommone. I migranti hanno riconosciuto i presunti assassini in fotografia.