Crisi idrica nel Ragusano: cittadini senz’acqua, reti colabrodo e sindaci lasciati soli

Le razionalizzazioni e la mancanza di accesso all’acqua potabile da parte dai cittadini sono importanti sintomi della crisi idrica nel Ragusano. Una situazione che sta esasperando gli animi, soprattutto perché gli interventi messi in atto dal governo regionale non sono sufficienti a colmare le carenze dovute a decenni di incuria verso le infrastrutture idrauliche.

I dissalatori mobili costruiti a Porto Empedocle, Gela e Trapani rappresentano un passo importante per lo sviluppo degli impianti idrici siciliani, ma non sono abbastanza per un territorio in cui le condutture sono un colabrodo. Potrebbero fare la differenza, i tanti progetti finanziati con il Pnrr, che purtroppo procedono a rilento e in modo discontinuo.

Le reti colabrodo di Scicli e le infiltrazioni di acqua non potabile

Tutto ciò si traduce in disagi importanti per i cittadini siciliani, abbiamo infatti recentemente raccontato delle 500 famiglie di Termini Imerese che non hanno accesso all’acqua potabile nelle proprie abitazioni da oltre un anno. Ma non sono le uniche a lamentare questo genere di problematiche, che si registrano in realtà a macchia di leopardo un po’ in tutto il territorio regionale. Delle zone, però, stanno soffrendo più di altre, come quella del Ragusano in cui le difficoltà nell’erogazione dell’acqua ha creato, soprattutto nei mesi scorsi, non pochi disagi a residenti e turisti.

È recente, infatti, l’ordinanza del sindaco di Scicli che ha vietato l’utilizzo dell’acqua ai cittadini diverse aree, perché le analisi, condotte dall’Asp di Ragusa, hanno rilevato una carica di escherichia coli e di batteri coliformi. «Le nostre reti sia idriche sia fognarie sono vetuste e di dovrebbero rifare del tutto – spiega Mario Marino, sindaco di Scicli -. A volte succede che ci possano essere delle rotture e delle infiltrazioni, motivo per cui noi effettuiamo costanti monitoraggi dell’acqua pubblica. Se le analisi presentano delle quantità batteriche superiori a quelle indicate dalla legge, emettiamo subito l’ordinanza di sospensione dell’uso dell’acqua potabile».

Anche qui, il servizio non dipende più interamente dal Comune perché è stato affidato alla Iblea Acque, ma il problema persiste. «Si dovrebbero fare degli importanti interventi sulle condutture idriche della zona, ma ciò non è possibile senza l’intervento economico regionale, noi sindaci facciamo quel che possiamo con i bilanci che abbiamo. Speravamo sui progetti del Pnrr mirati allo sviluppo di questo tipo di infrastrutture e impianti, ma finora non si è mosso nulla» ha sottolineato ancora il sindaco Marino.

Purtroppo, bisognerebbe risanare non soltanto le reti idriche e fognarie regionali, ma anche le dighe, molte delle quali non state state mai collaudate per problemi di fondi, burocrazia, difetti normativi e di costruzione. Su 47 grandi impianti siciliani, soltanto 20 sono collaudati, situazione che aggrava l’inefficiente gestione delle risorse idriche.

Crisi idrica nel ragusano, pozzo dal quale si ricava l'acqua

Crisi idrica nel Ragusano: i caso di Vittoria e Scoglitti

Negli stessi giorni anche a Vittoria, sempre nel Ragusano, si sono verificati dei problemi con la potabilità dell’acqua. Durante questa particolare crisi idrica nel Ragusano, il sindaco Francesco Aiello ha emanato infatti il divieto di utilizzo per uso potabile, alimentare e per pratiche di igiene personale che comportino ingestione anche limitata, dell’acqua distribuita dalla rete comunale. A conferma del fatto che quello siciliano sia un territorio variegato, a Vittoria le difficoltà variano da quelle di Scicli, perché sono legate maggiormente all’utilizzo dei pozzi per il reperimento dell’acqua potabile.

«Qui d’estate si verifica una mobilità importante da Vittoria a Scoglitti, che è una frazione sul mare distante 10 Km, per cui noi dobbiamo deviare l’acqua da una zona all’altra compatibilmente con lo spostamento della popolazione – riferisce Francesco Aiello, sindaco di Vittoria-, ma la città rimane attiva ed entra in sofferenza. Il problema potrebbe essere risolto con la realizzazione di un progetto specifico per questa zona, finanziato anche dalla Regione Siciliana. Questo, però, è un punto debole, perché non esiste a livello regionale un centro di urgenza, pianificazione e sostegno durante le emergenze idriche».

«A Vittoria e nelle zone limitrofe abbiamo difficoltà a reperire l’acqua potabile perché non abbiamo laghi o acquedotti, per cui ci aiutiamo con i pozzi, distanti anche10 Km, che ottimizzo con le mie modeste risorse comunali – sottolinea infine Aiello -. Adesso sto appaltando un’opera da 500mila euro che consentirà di portare 50 litri di acqua da un punto all’altro della cittadina. Resterebbe comunque il problema delle reti idriche interne di distribuzione, fatte negli anni ’50 con materiali soggetti a corrosione. Tuttavia, le città sono organismi vivi e, in quanto tali, devono essere costantemente monitorate».


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