Si aprono i primi spiragli per i lavoratori della realtà paternese. In arrivo le ultime rate degli stipendi ma i sindacati si dicono ancora non pienamente soddisfatti. «In questi mesi abbiamo sentito troppe parole - dicono Slc Cgil, Cisl Fistel e Uilcom - ora aspettiamo i fatti»
Call center Qé, aperture per pagamento stipendi Sindacati: «Attendiamo, ma non cantiamo vittoria»
Si è aperto uno spiraglio per i 600 lavoratori del call center Qé di Paternò che da due mesi non percepiscono gli stipendi. A far ben sperare è stato il risultato di un incontro con la prefetta di Catania Maria Guia Federico, il sindaco Mauro Mangano, il senatore Salvatore Torrisi, l’amministratore unico della società Mauro De Angelis, i rappresentanti della società committente Transcom, il proprietario del capannone dove ha sede l’impresa e la rappresentanza delle sigle sindacali Slc Cgil, Cisl Fistel, e Uilcom. In questa occasione le sigle hanno sottolineato il disagio dei lavoratori che da quasi tre mesi hanno firmato i contratti di solidarietà. Tutte le parti presenti hanno sottolineato l’obiettivo comune di salvaguardare il sito produttivo nel territorio di Paternò, mantenendo i livelli occupazionali allo stato attuale. Transcom, da parte sua, ha garantito il puntuale pagamento degli importi delle fatture dovuti a Qé.
In segno di responsabilità, la società che gestisce il servizio agli utenti di Inps e Inail ha versato metà della fattura di luglio (pari a quasi 600 mila euro) e, con le garanzie istituzionali, provvederà al saldo in «tempi brevissimi». Il proprietario del capannone, che vantava un credito di oltre 500 mila euro nei confronti dell’azienda Qè, ha rinunciato alla somma e alle ingiunzioni per agevolare eventuali acquisizioni o l’affitto da parte di imprenditori locali. I lavoratori, informati di quanto prodotto dal tavolo di crisi, si sono mostrati «parzialmente soddisfatti, ma timorosi che le promesse possano non essere rispettate». «In queste settimane – commentano – abbiamo sentito troppe parole. Attendiamo, fiduciosi, ma senza cantare vittoria».
Da parte sua il sindaco Mauro Mangano si è detto felice del meeting: «Devo ringraziare la prefetta per la rapidità della convocazione e soprattutto per la fermezza con cui ha difeso l’esigenza di non fare pagare ai lavoratori gli errori della gestione aziendale. La presenza e l’intervento del senatore Salvo Torrisi ci ha permesso di sottolineare quanto le istituzioni ritengano importante difendere i dipendenti del Qè».
Ciononostante, a tenere alta l’attenzione dei dipendenti è la situazione economica dell’azienda, gravata da circa sei milioni e mezzo di debiti. L’amministratore delegato dell’azienda di Manerbio Mauro De Angelis ha evidenziato una «situazione di crisi strutturale. L’azienda, infatti, da diverso tempo non realizza utili e presenta un significativo disavanzo di bilancio». Soddisfatti tutavia i sindacati di categoria: «Apprezziamo il fatto che finalmente l’azienda Qè abbia reso trasparente l’enorme debito e abbia negato la volontà di portare avanti i piani aziendali».
I rappresentanti dei lavoratori aspettano ora il pagamento delle ultime rate e sperano di trovare aziende del territori che possano essere interessate ad un eventuale affitto di attività. «Questo primo passo – spiegano a MeridioNews – sembra andare nella direzione giusta per salvaguardare il perimetro occupazionale ed il lavoro nel nostro territorio. Non possiamo permettere un ulteriore saccheggio, sia sociale che economico, in una terra martoriata dal malaffare». Un’ulteriore garanzia arriva dalla prefetta Maria Guia Federico che ha promesso di vigilare sullo stato di attuazione di tutte le iniziative concordate.