L'assessore alla Salute Ruggero Razza ha inviato nel capoluogo peloritano il dirigente dell'Osservatorio epidemiologico per coordinare le misure di contenimento. Per il sindaco «bisogna risolvere il problema dell’assenza di reagenti per fare i tamponi»
Covid-19, nel Messinese aumento più alto di contagi Al Comune la cabina di regia per gestire emergenza
Il picco del contagio da Covid-19 a Messina è previsto intorno al 25 marzo e i numeri diffusi in queste ore confermano l’aumento di casi nel Messinese. Nel balletto dei numeri diffusi è difficile indicarne con esattezza uno preciso. La protezione civile nazionale ieri alle 18 indicava 39 casi, l’assessorato regionale solo oggi ne indica 66 (29 in più del dato diffuso ieri alle 12) poi c’è l’amministrazione comunale a cui arrivano tutte le segnalazioni.
E il perché della confusione sui dati è presto detto. Non c’è comunicazione tra Asp e Comune. A tal punto che ieri si è svolto il comitato per la sicurezza presieduto dal prefetto Maria Carmela Librizzi durante il quale il primo cittadino Cateno De Luca ha ribadito le accuse di omissioni e inefficienze nei confronti dell’Asp di Messina colpevole, a detta del sindaco, di non avere saputo gestire l’emergenza.
La confusione si è avuta con contagiati dell’Irccs Neurolesi, resi noti da De Luca durante una delle sue dirette serali dal Centro operativo comunale. Agli iniziali sette, se ne sono aggiunti otto solo ieri, tra cui sei pazienti e due operatori sanitari. Complessivamente sono stati 80 i tamponi eseguiti nella struttura di Casazza e di cui si attende l’esito. Tutti i pazienti positivi sono stati portati al Covid Hospital del Policlinico. Non è escluso che la struttura dei colli San Rizzo possa sospendere tutte le attività, dopo avere già interrotto quelle riabilitative.
Nel frattempo, la direzione dell’Irccs ha disposto che venga eseguito il tampone su tutti i dipendenti, compresi quelli dell’ospedale Piemonte con cui la struttura è gemellata. È stata inoltre disposta la quarantena per tutti coloro che sono entrati in contatto con i pazienti risultati positivi. In un primo momento, il personale era stato messo in ferie d’ufficio ma i sindacati sono insorti riuscendo a ottenere il dietro front dell’azienda e le nuove disposizioni a tutela dei lavoratori e dell’intera collettività.
Intanto, l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza ha inviato nel capoluogo peloritano il dirigente dell’Osservatorio epidemiologico dell’assessorato Salvatore Scondotto per coordinare le misure di contenimento: tutti i pazienti contagiati del Bonino Pulejo sono stati già trasferiti al policlinico Martino di Messina, mentre si sta procedendo alla sanificazione del presidio di contrada Casazza. I degenti non contagiati verranno trasferiti in altre strutture sanitarie del Messinese.
Tra gli accertamenti in corso da parte della polizia municipale, ci sono anche le verifiche sui rientri di messinesi dal Nord. Tra questi, il caso delle due comitive rientrate da Madonna di Campiglio e del gruppo di otto persone partito l’8 marzo per la Val d’Aosta e tornato il 10 perché gli impianti erano stati chiusi. Si sta ancora cercando di capire chi abbia ottemperato agli obblighi di informazione tramite i canali istituzionali previsti dal decreto governativo e si sia posto in autoisolamento.
Nelle ultime ore è arrivata la notizia di un altro possibile focolaio all’interno di una casa di riposo in via Primo Settembre, nel cuore di Messina. Una donna di quasi 90 anni è risultata positiva al tampone analizzato al Policlinico. Ma sono già diversi gli anziani che accusano febbre. Su 23 dei 71 ospiti è stato eseguito il tampone lo scorso giovedì. Non si conoscono però ancora gli esiti perché mancherebbero i reagenti. I 16 operatori che lavorano nella struttura sono isolati al piano superiore della casa di riposo e attendono ancora di essere sottoposti a tampone.
Dopo il confronto avuto ieri durante il comitato per la sicurezza, al Comune è stata affidata la cabina di regia per gestire l’emergenza. Come fa sapere il sindaco dalla sua pagina Facebook, «bisogna affrontare e risolvere il problema dell’assenza di reagenti per fare i tamponi e sapere, una volta per tutte, quanti sono i posti letto di rianimazione disponibili in città».