Paura, ansia e angoscia. Tre emozioni diverse, spesso confuse tra loro e persino necessarie, a piccole dosi. In tempo di pandemia, non è facile non farsi sopraffare. Ecco alcuni suggerimenti per riflettere insieme in modo positivo
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In poco tempo si è tramutato il vocabolo con cui definiamo il nemico invisibile: l’11 marzo 2020, infatti, il direttore generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità),
Tedros Adhanom Ghebreyesus in conferenza stampa a Ginevra, dichiara che Covid-19 (la sigla è la sintesi dei termini CO-rona VI-rus D-isease e dell’anno d’identificazione 2019) può essere inquadrato come pandemia. La parola deriva dal greco: παν (tutto) e δήμος (popolo), “tutto il popolo”, e caratterizza un tipo peculiare di epidemia la cui distribuzione è talmente vasta da coinvolgere varie aree geografiche, con un alto numero di casi gravi e una mortalità elevata.
Paura, ansia e angoscia
I vissuti che prevalgono nei cittadini sono, pertanto, di paura, ansia e angoscia. La paura è un’emozione primaria fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza; se non la provassimo non riusciremmo a proteggerci dai rischi. Una misurata dose di essa è necessaria; ha una valenza adattiva. Rispettare le esigue ma obbligatorie indicazioni delle autorità richiede un minimo di attivazione; il confine che intercorre tra un’allerta funzionale (stress positivo o eustress) ed un eccesso di attivazione, con comportamenti poco lucidi e controproducenti (stress negativo o distress), è molto sottile. Il meccanismo dell’ansia per tutti noi è fisiologico, proficuo per attivare il nostro organismo davanti a un allarme: fino a un certo livello è adattivo poiché ci rende più vigili; superato lo stesso, invece, rende l’organismo inadatto a reagire in modo appropriato e favorevole. Nella situazione pandemica che stiamo vivendo, le persone sono intimorite e si sentono inerti ed inermi perché al cospetto del temuto virus silente non vi sono attualmente soluzioni, sebbene scienza e tecnologia siano così avanzate. L’angoscia, infine, ritrae una sorta di paura senza nome, dalle cause e origini non immediatamente individuabili. Per tale ragione essa è non solo minacciosa ma sovente anche catastrofica per chi la vive; essendo subita, dà impotenza e deprime. Dinanzi al Covid-19 ci si sente minuscoli e prigionieri ed è per tale ragione che aleggia ed imperversa l’angoscia.
Qualche consiglio pratico
Alcuni spunti utili da utilizzare per riflettere insieme in modo positivo e proattivo, sono i seguenti:
- soffermarsi sulla voglia di reiniziare e riprendere per ripartire e ricostruire;
- assaporare la piacevolezza della riscoperta dei propri affetti e delle dinamiche familiari;
- pensare alla ritrovata piacevolezza di stare insieme seppur, talvolta, fisicamente lontani;
- autorizzarsi ad essere vulnerabili riflettendo, in moto costruttivo, sulle proprie fragilità;
- riflettere su di sé in una prospettiva di crescita individuale;
- il mutamento di angolazione della propria vita, delle proprie idee e del modo di considerare i propri pensieri, accogliendo modalità differenti che delineino nuovi punti di forza e di debolezza;
- avere maggiore disponibilità di tempo per se stessi, per dedicarsi ai propri hobby e per interessarsi ad attività nuove;
- non riuscendo a controllare fuori, l’esterno, possiamo provare a controllare dentro di noi, l’interno, le nostre emozioni e reazioni;
- fare gruppo con amici sostenendoli, se necessario, con la propria presenza emotiva.
Antidoto
Considero utile e strategicamente vincente diffondere un antidoto, un antivirus: pensare che rimanendo uniti, seppur distanti, possiamo farci forza!
Dott.ssa Antonietta Germanotta
Psicologa e psicoterapeuta familiare – Psicotraumatologa EMDR
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Leggi le puntate precedenti della rubrica:
– Covid-19, un «trauma collettivo» da affrontare insieme
– Il servizio telefonico gratuito di aiuto psicologico Ascolto al sicuro