Le apparecchiature erano state spostate nel nuovo polo oncologico, inaugurato cinque anni fa, ma rimasto chiuso. Alla sbarra sono finiti l'ex direttore generale Giovanni Migliore, Lia Muré, Vincenzo Barone e Giuseppe Bono. L'accusa è di danno erariale
Corte conti: a giudizio ex manager del Civico Strumenti per Pet trasferiti in locali mai aperti
Apparecchi sofisticati per la diagnostica acquistati e mai utilizzati. È quanto viene contestato agli ex vertici dell’azienda ospedaliera Arnas Civico di Palermo. Il pubblico ministero della procura regionale della Corte dei conti, Marcella Tomasi, dopo gli accertamenti dai carabinieri del Nas di Palermo, ha citato in giudizio per danno all’erario Giovanni Migliore ex direttore generale e commissario del Civico tra il 2014 e il 2018, Rosalia Muré, ex direttrice sanitaria tra il 2014 ed il 2019, Vincenzo Barone, ex direttore amministrativo e Giuseppe Bono, direttore dell’unità operativa gestione tecnica.
L’ipotesi di danno deriva dallo spostamento nel 2015 di due nuovissime apparecchiature per esami diagnostici e monitoraggio delle malattie oncologiche (Pet), acquistate con fondi comunitari, dai locali dell’Unità operativa medicina nucleare al nuovo polo oncologico, all’epoca dei fatti in costruzione e non ancora idoneo ad accogliere le attrezzature.
Ad oggi, il reparto di medicina nucleare non risulta ancora trasferito, mentre le due apparecchiature si trovano, non utilizzate da circa cinque anni, nei locali del polo. Il danno per il mancato utilizzo di un bene strumentale fondamentale per la tutela della salute, e il relativo disservizio derivato alla collettività, ammonta a 352 mila euro, contestato secondo la seguente ripartizione: Giovani Migliore 193.713 euro Rosalia Muré 70.441 euro, Vincenzo Barone 17.610 euro e Giuseppe Bono 70.441 euro.