Hanno agito indisturbati e a volto scoperto alle 5 del mattino, senza però riuscire a fare irruzione nel negozio. Un episodio che sta diventando, in quella zona, ormai triste routine. Tanto che i commercianti ora ricorrono a porte blindate e sistemi di videosorveglianza. «Potrei scrivere un libro con tutto quello che ho subito»
Corso Vittorio Emanuele, tentato furto in un negozio «È la sesta volta che ci provano da quando siamo qui»
La maniglia divelta e il vetro della porta d’ingresso graffiato, nel tentativo di distruggerlo definitivamente e fare razzia della merce del negozio di ottica che si trova lungo corso Vittorio Emanuele, a pochi passi dalla Cattedrale e dalla Questura di Palermo. È stato questo, oggi, il buongiorno per una coppia di commercianti che lavora nel cuore della città. «Quello che mi dà fastidio – racconta Donatella Di Palermo, titolare dell’attività commerciale presa di mira – è che queste persone ci sfidino e si sentano tranquilli di agire in zona. Fortunatamente io e mio marito non eravamo in negozio, il tentativo di furto è avvenuto alle 5,15 del mattino, l’allarme non è suonato perché i malviventi non sono riusciti a entrare, ma devo dire che negli anni abbiamo più volte cambiato gli infissi per metterne di più sicuri. Nel tempo hanno provato a entrare qui ben cinque volte».
L’attività commerciale è aperta da ventisei anni e le sue vetrine si affacciano proprio su corso Vittorio Emanuele. «Devo dire che durante il giorno, trovandoci a pochi passi dalla Questura, veniamo sempre controllati, non posso lamentarmi, anche se è chiaro che nessuno sa quando aspettarsi l’irreparabile – continua la donna -. Ho avuto il sostegno e l’appoggio degli altri commercianti e dopo pochi minuti la chiamata al 113 è stata smistata ai carabinieri già in zona. Sono state acquisite le immagini delle videocamere di videosorveglianza e io stessa ho avuto modo di vedere insieme a mio marito in che modo queste tre persone a volto scoperto abbiano tentato di entrare». A pochi metri si trova un altro negozio, questa volta di preziosi, che nel tempo non è rimasto immune a episodi simili.
«La mia attività è aperta da ottant’anni, adesso la gestisce mio figlio e potrei scrivere un libro per tutto quello che ho subito anche io – racconta il commerciante -. L’ultima in ordine di tempo un anno fa. Una banda composta da cinque persone ha prima distrutto i lampioni del vicolo e staccato i fili della luce, poi ha creato un buco nel muro per entrare nel mio negozio. Fortunatamente si è attivato il primo allarme che forse ha creato in loro uno stato di confusione e poco dopo ne è scattato un secondo, fino a quando è passata una pattuglia che allarmata si è fermata. Nonostante l’ingresso degli agenti, i malviventi sono riusciti a fuggire».
E guardando con attenzione, in fondo, è ormai difficile percorrere quello che è ormai un corso Vittorio Emanuele a traffico limitato senza notare le doppie porte e i sistemi di sorveglianza di cui si sono dotate, nel tempo, gran parte delle botteghe e delle attività. «Noi abbiamo messo le doppie porte – conclude il commerciante di preziosi -, perché cerchiamo al di là dell’impegno delle forze dell’ordine di prevenire il pericolo con i nostri mezzi. In fondo personalmente ho subito ben quattro furti che mi hanno creato innumerevoli danni economici».