Un 'dramma' ha colpito i predoni che, grazie alla 'riforma' della formazione professionale, controllano oggi il settore in sicilia. Sono le società per azioni che, da oggi al 2014, saranno chiamate a gestire (o a fare sparire?) il miliardo di euro stanziato dall'unione europea per questo settore (un altro miliardo di euro -sempre di bruxelles, è già sparito tra fondi regionali e impegni romani).
Corsi & ricorsi (e soldi) per Partiti e sindacati…
Un ‘dramma’ ha colpito i predoni che, grazie alla ‘riforma’ della formazione professionale, controllano oggi il settore in Sicilia. Sono le società per azioni che, da oggi al 2014, saranno chiamate a gestire (o a fare sparire?) il miliardo di euro stanziato dall’Unione Europea per questo settore (un altro miliardo di euro -sempre di Bruxelles, è già sparito tra fondi regionali e impegni romani).
Il dramma è presto spiegato. Queste società per azioni – che fanno capo a politici e sindacalisti – si sono spartite il miliardo di euro. Tanto a me e tanto a te in ragione della presenza territoriale di queste società ‘formative’ nelle varie province dell’Isola. Messina, Palermo, Trapani (ovvero Alcamo), Agrigento sono le province dove politici e sindacalisti, pardon, dove queste società per azioni hanno maggiori interessi.
Dalla spartizione è rimasta fuori la provincia di Caltanissetta, anche perché l’esponente del Pd di questa provincia, Salvatore Cardinale detto Totò è già ricco di famiglia.
Tutto sembrava a posto. Senonché Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia si inventano la candidatura di Rosario Crocetta, originario di Caltanissetta a mare, cioè di Gela. Allora, come raccontiamo stamattina, bisogna inventarsi qualcosa, perché la provincia del candidato alla presidenza della Regione del Pd non può restare senza corsi di formazione professionale. (a destra, una metafora delle società per azioni che gestiscono i corsi di formazione professionale in Sicilia, foto tratta da felicebelisario.it)
Qui comincia il ‘dramma’. Che fare? Dare i soldi prima per finanziare i corsi? E se Crocetta non verrà eletto si saranno dati soldi per non avere in cambio alcun ritorno? Ma davvero si debbono togliere risorse finanziarie a socità per azioni che lavorano “nell’interesse della collettività” per finanziare corsi a Caltanissetta?
Sono problemi ‘serissimi’: lo capite o no che i due terzi dei finanziamenti della formazione professionale servono a rendere grandi Partiti e sindacati? Si possono buttare i soldi a Caltanissetta senza la certezza di un ‘ritorno’, magari politico?
Noi vorremmo dare un sommesso consiglio: organizzate un finto finanziamento: un corso per Caltanissetta che partirà il 3 novembre, dopo le elezioni. Se le elezioni andranno bene, lo finanzierete. Sennò lo ritirerete. Chi vi deve dire nulla? Prendete l’esempio dalla gestione dei rifiuti in Sicilia: si stanno ‘ammuccando’ un sacco di soldi e nessuno gli dice nulla. Tutti zitti. I Comuni sono al dissesto finanziario, ma tutti facciamo finta di crede che il problema sono i precari…
Via, la soluzione migliore è questa. Nella Napoli degli anni ’50 i voti si compravano con le scarpe: prima del voto veniva data la scarpa sinistra; a risultato elettorale (positivo per il distributore di scarpe, ovviamente), veniva distribuita la scarpa destra.
La stessa cosa si può fare con i corsi di formazione: prima l’annuncio, poi, se le cose andranno bene, si procederà. Insomma, prima la scarpa destra e poi la scarpa sinistra (o viceversa, se si vuole imitare la Napoli degli anni ’50…).
fotodi prima pagina tratta da tmnews.it