Si è chiuso il secondo capitolo per dieci degli imputati coinvolti nell'inchiesta sul mondo della formazione. I giudici hanno deciso per quattro riduzioni di pena e sei conferme dei giudizi di primo grado. I dettagli
Corsi d’oro, la sentenza del processo d’Appello Ridotta la condanna per la moglie di Genovese
Si è concluso con quattro riduzioni di pena e la conferma di sei condanne il processo d’appello Corsi d’Oro sulla formazione professionale in Sicilia. Gli arresti scattarono a luglio del 2013. La corte d’appello, presidente il giudice Francesco Tripodi, ha ridotto quattro condanne e disposto una prescrizione. Lo sconto di pena è arrivato per Elio Sauta, presidente dell’Aram, condannato a cinque anni, che registra anche un’assoluzione parziale, e per la moglie Graziella Feliciotto, che ha incassato una condanna a due anni e due mesi. Anche per Chiara Schirò, moglie dell’ex parlamentare Francantonio Genovese, la corte ha deciso uno sconto di pena condannandola a un anno otto mesi, pena sospesa.
Sono otto i mesi con il beneficio della sospensione della pena decisi per Carmelo Capone, ex assessore comunale e rappresentante dell’Ancol, che registra anche prescrizione parziale. Infine disposta la prescrizione per Salvatore Giuffrè e la conferma della pena per tutti gli altri imputati: Concetta Cannavò, un anno; Daniela D’Urso, quattro mesi; Natale Lo Presti, un anno e cinque mesi; Nicola Bartolone, un anno e quattro mesi; Carlo Isaja, sei mesi; Salvatore Giuffè, un anno e otto mesi; Daniela Pugliare, tre mesi. Assoluzione totale per Natale Capone e Giuseppe Caliri. Gli imputati dovevano rispondere a vario titolo di associazione finalizzata al peculato ed alla truffa, reati finanziari e falsi in bilancio connessi alla gestione degli enti di formazione professionale, truffa e tentata truffa, il tribunale ha convertito i reati di peculato in truffa. Confermate infine le statuizioni civili in favore delle altre parte civili.
Lo scandalo sul pianeta formazione travolge Messina con gli arresti del 17 luglio 2013. In manette finiscono le mogli degli ex primi cittadini messinesi, Genovese e Buzzanca insieme al consigliere comunale Elio Sauta e l’ex assessore comunale Melino Capone. Secondo la procura gli indagati avrebbero simulato prestazioni, gonfiato spese di affitti, noleggiato attrezzature e pulizia dei locali adibiti ad aule per i corsi di formazione, per ottenere finanziamenti maggiori di quelli in realtà dovuti.