Una relazione «esaustiva e puntuale» relativa «al percorso di acquisizione dei dispositivi oggetto dell’indagine nonché la verifica delle dimensioni di opportuna valutazione di appropriatezza clinica in ordine alle procedure eseguite». Questa la richiesta che i dirigenti generali dei dipartimenti Pianificazione strategica Salvatore Iacolino, e Attività sanitarie dell’assessorato della Salute, Salvatore Requirez, hanno chiesto entro il 18 luglio con una nota ai direttori generali delle aziende ospedaliere policlinico G. Martino di Messina e Rodolico-San Marco di Catania, e delle Asp di Siracusa e Ragusa in riferimento all’indagine della procura di Catania che ha fatto scattare il blitz Vasi comunicanti.
Sotto la lente d’ingrandimento della guardia di finanza è finito un presunto sistema corruttivo legato all’acquisto di dispositivi Tavi e Stent. I protagonisti sarebbero stati alcuni tra i volti più noti del mondo della cardiologia in Sicilia. Ai domiciliari sono finiti Corrado Tamburino, docente di Unict da poco passato dall’azienda Policlinico San Marco alla clinica Morgagni, Antonino Nicosia dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa, Marco Contarini direttore della Cardiologia dell’Umberto I di Siracusa e Antonio Micari del Policlinico di Messina. Per i magistrati avrebbero fatto parte del sistema anche i rappresentanti locali di alcuni multinazionali che producano e distribuiscono i dispositivi. La giudice per le indagini preliminari ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari anche per Rosa Vitale (Presifarm), Caterina Maugeri (Archigen), Giancarlo Antonio Girlando (Cardiovascular e fratello del cognato di Tamburino), Francesco Dottorini e Pietro Sola. Dottorini è manager di un’azienda che produce valvole aortiche ed endoprotesi coronariche e vascolari mentre Sola è amministratore della società Collage di Palermo, specializzata nell’organizzazione di eventi formativi finanziati da realtà private.
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