Il primo cittadino, fratello del senatore di Forza Italia Marco Siclari, è coinvolto nel blitz sulla concessione dell’area di sosta all'azienda che si occupa dei traghetti che collegano Sicilia e Calabria. Nel mirino dei carabinieri anche alcuni dipendenti del Comune
Corruzione, domiciliari a sindaco Villa San Giovanni Nella bufera i vertici della società Caronte&Tourist
Una vera e propria bufera giudiziaria ha travolto i vertici della società dei traghetti Caronte&Tourist e l’amministrazione comunale di Villa San Giovanni. Agli arresti domiciliari è finito il sindaco Giovanni Siclari, esponente di Forza Italia e fratello del senatore Marco Siclari. Arrestati pure il presidente della Caronte, Nino Repaci e l’amministratore delegato Calogero Famiani.
Al centro dell’operazione Cenide della procura di Reggio Calabria ci sono alcuni appalti pubblici che sarebbero stati aggiustati e telecomandati per favorire sempre e solo la holding internazionale, di proprietà delle famiglie Franza e Matacena, che i pm definiscono «padrona» del servizio di traghettamento tra Reggio Calabria e Messina. In particolare il progetto per la riorganizzazione dell’area Villa Agip a Villa San Giovanni con la realizzazione di un nuovo impianto di bigliettazione e connessa automazione da parte di Caronte.
Assieme ai vertici della società, i carabinieri hanno arrestato l’ingegnere Francesco Morabito e il geometra Giancarlo Trunfio, il primo attuale responsabile del Settore Tecnico Urbanistico del Comune di Villa San Giovanni, il secondo dipendente del Comune e facente funzioni di responsabile del Settore Tecnico Urbanistico.
Altre sei persone sono destinatarie di provvedimenti cautelari. I reati contestati sono a vario titolo corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta, falso in atto pubblico e, solo per un indagato, concorso esterno in associazione mafiosa. In corso la conferenza stampa sull’operazione che arriva a conclusione delle indagini sulla gestione dei piazzali necessari al servizio traghettamento, che Caronte, secondo l’accusa, avrebbe sempre gestito a piacimento.
Le indagini condotte dai sostituti procuratori distrettuali di Reggio Calabria Walter Ignazitto e Gianluca Gelso prendono le mosse dal riscontro delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo Cristiano. Come scrivono i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria che hanno condotto le le indagini, «in cambio della promessa di assunzione di Gianluca Trunfio, figlio di Giancarlo, da parte della Caronte & Tourist, Morabito e Trunfio hanno adottato un provvedimento autorizzativo illegittimo» per consentire alla compagnia di navigazione la rapida realizzazione dell’opera, in assenza di un regolare titolo edilizio.
Durante le indagini è emerso come «i manager indagati hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali, che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione». Il presidente Repaci avrebbe fatto pressioni in particolare sul sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, per assicurarsi l’affidamento dell’area sulla quale la sua società aveva progettato la realizzazione dei lavori in argomento, area che tuttavia risultava di proprietà Anas.
Nell’indagine sono stati documentati altri casi di corruzione sul versante calabrese. In manette oltre a Repaci, Famiani, Morabito e Trunfio sono finiti Vincenzo Bertuca, agente della polizia municipale di Villa oggi in pensione, Gaetano Bevacqua, imprenditore nel settore della ristorazione, gli ingegneri Giovanni Marco Morabito e Alessandro Taverriti e gli architetti Tindara Orsino e Antonio Artino. Sospesi dall’esercizio di pubblico ufficio per 12 mesi o dipendenti comunali Francesca Gangemi, Giovanna Tedesco, Mario Pitasi, Vincenzo Cama, Rocco Messina e Alessandro Iacono. Le accuse a vario titolo sono corruzione, turbativa d’asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato.