Lavori pubblici condizionati in cambio di tangenti. Sotto la lente della procura sono finite le infiltrazioni nella pubblica amministrazione da parte di un gruppo criminale vicino alla cosca Cintorino. Coinvolti diversi imprenditori
Corruzione, arrestati il sindaco e la vicesindaca di Mojo Rapporti col clan. Mazzette pure ad assessore di Malvagna
Indagini su infiltrazioni mafiose nei comuni di Mojo Alcantara e Malvagna. La guardia di finanza ha arrestato, tra gli altri, il sindaco di Mojo Bruno Pennisi, la vicesindaca Clelia Pennisi (stesso cognome ma non sono parenti), l’ex responsabile dell’area Servizi territoriali del Comune di Mojo e un ex assessore di Malvagna. Nell’inchiesta sono coinvolte in totale sette persone. Sotto la lente sono finiti i rapporti tra politici e funzionari con un gruppo criminale vicino ai Cintorino, clan attivo nella costa ionica, ma comunque autonomo da Cosa nostra. Diversi i reati contro la pubblica amministrazione finiti al vaglio del giudice per le indagini preliminari che ha emesso le misure cautelari.
Il clan avrebbe condizionato anche le dinamiche elettorali sia a Moio Alcantara che a Malvagna, intessendo rapporti con l’amministrazione per ottenere vantaggi. Gli interessi avrebbero riguardato la gestione degli appalti pubblici. Per gli inquirenti il primo cittadino si sarebbe stato del tutto subordinato alla cosca. Oltre al sindaco e alla vice, nell’indagine è coinvolto anche il padre di quest’ultima.
Stesso tipo di infiltrazione ci sarebbe stata a Malvagna, piccolo centro che già qualche anno fa era finito nel mirino delle procure con l’operazione Sibilla. Qui l’assessore ai Lavori pubblici avrebbe condizionato l’assegnazione dell’appalto in cambio di mazzette. Nello specifico avrebbe indotto il titolare di una ditta di Barcellona Pozzo di Gotto a rifornirsi di materiale da una ditta di Randazzo, in cambio di una mazzetta pagata da quest’ultimo. Ai domiciliari è finito anche un imprenditore di Santa Teresa di Riva.