Sono saliti a dodici i casi di coronavirus a Paternò. Tra questi, risulta contagiato anche un dipendente del call center Lombardia contact, del gruppo Gpi, l’azienda che si occupa del centro unico di prenotazione per la sanità lombarda. Il lavoratore svolge l’attività di centralinista per il servizio Sanità Milano. La Lombardia contact ha, in provincia di Catania, due sedi: una a Biancavilla e l’altra a Paternò. Ci lavorano oltre 900 dipendenti. Da quando è iniziata l’emergenza Covid-10, circa 400 unità di personale sono state messe in cassa integrazione o in ferie forzate.
Fino ad adesso, i vertici di Gpi non avrebbero adottato il telelavoro. Sulle misure intraprese dalla proprietà dopo la positività del lavoratore i sindacati di categoria hanno avviato un’interlocuzione con l’azienda, chiedendo a quest’ultima l’applicazione del protocollo condiviso con il governo dalle parti sociali: cioè, in caso di contatti stretti con un covid-positivo, la società dovrebbe domandare ai lavoratori di rimanere a casa e dovrebbe procedere alla sanificazione di tutte le aree di lavoro e della strumentazione.
Nel tardo pomeriggio di ieri si è tenuta una videoconferenza tra i rappresentanti sindacali e i responsabili aziendali, Antonio Tomaselli e Carmelo Caruso, rispettivamente rsa della Fisascat Cisl e della Filcams Cgil hanno chiesto l’immediata «sanificazione dei locali e la quarantena di tutti i dipendenti che sono stati a contatto nei turni precedenti col lavoratore affetto da Covid. Restiamo fiduciosi». La sanificazione dovrebbe avvenire già stasera. Circa 80 persone, a scopo cautelativo, sono state raggiunte dalla comunicazione di restare a casa e messe in cassa integrazione, mentre per meno di una decina di persone, vicine al dipendente contagiato, si valuterà se effettuare i tamponi.
Sulla vicenda sono intervenuti consiglieri comunali Agata Marzola, Anthony Distefano, Alfredo Sciacca, Giuseppe Lo Presti: «Il fatto che uno dei contagiati da coronavirus risulta essere un dipendente di uno dei più grandi call center della città, ha generato paura e forte preoccupazione – scrivono i quattro consiglieri – sia nei dipendenti che ancor oggi lavorano all’interno della struttura, che nella collettività anch’essa allarmata». I quattro ritengono opportuno che «l’Asp valuti la possibilità di sottoporre a tampone tutti i dipendenti della struttura che nelle ultime settimane si sono recati sul posto di lavoro. La celerità negli interventi è determinante, per cui chiediamo che si intervenga immediatamente per la tutela e la serenità di tutta la collettività».
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