I negozianti del comprensorio hanno deciso di abbassare le saracinesche, dopo che la clientela è iniziata a tirarsi indietro. Il primo cittadino ragiona anche sull'esigenza di salvaguardare anche quella che definisce la prima industria della zona
Coronavirus, i timori della comunità cinese a Trapani Tranchida: «Lavoriamo insieme per superare la crisi»
Le serrande degli empori cinesi restano chiuse a Trapani e nell’intera provincia. La fobia del coronavirus ha costretto i commercianti a prendere questa decisione. Dei circa venti negozi che insistono tra la città falcata ed Erice, solo in due restano aperti al pubblico. In crisi anche i ristoranti. Da quando la paura di una possibile epidemia si è diffusa, i clienti sono praticamente scomparsi.
La notizia aveva cominciato a circolare ieri sul profilo Facebook di Sofia Wang, che gestisce un negozio di abbigliamento assieme al marito nella centralissima Via Fardella. «Insieme agli altri negozi cinesi di Trapani, Marsala, e Castellammare – si legge nel post – abbiamo deciso di chiudere momentaneamente a causa della ridotta quantità di clienti dovuta alla generale situazione di panico causato da virus, riapriremo quando la situazione si sarà calmata. Inizialmente era cominciata in Cina per questo sappiamo la gravità di questa situazione. Grazie per la vostra comprensione – continua – speriamo che tutto vada per il meglio».
Tra i pochi che prova resistere c’è Yang, proprietario del grande magazzino Stella Store. «Per il momento non chiudiamo – ci dice – ancora qualche cliente da queste parti si vede. Ma se la situazione dovesse continuare a peggiorare saremo costretti ad abbassare le serrande pure noi». Un problema serio che investe anche i tanti italiani che lavorano all’interno di questi empori. A rischio i loro posti di lavoro, se la situazione in breve tempo non dovesse tornare alla normalità. E a essere preoccupati sono anche gli operatori del settore turistico che, ieri, hanno incontrato il sindaco Giacomo Tranchida per discutere delle gravi ripercussioni che l’attuale paura del virus potrebbe avere sulla stagione estiva.
«Mercoledì mattina – ha spiegato il primo cittadino – terremo un tavolo tecnico con le parti politiche e con le parti sindacali per discutere dei danni che cominceremo ad avere dal punto di vista anche economico. La maggiore industria che insiste sulla città e sul comprensorio trapanese è quella del turismo. Un danno di immagine spaventa le persone al di là di qualche infelice dichiarazione del presidente della Regione che non aiuta le persone», ha detto Tranchida.