Coro dei Comuni: “No” alle città metropolitane-squalo del Governo Crocetta

STAMATTINA RIUNIONE DI SINDACI A BAGHERIA. IL DUBBIO, TUTT’ALTRO CHE CAMPATO IN ARIA, E’ CHE CON QUESTO RAFFAZZONATO DISEGNO DI LEGGE, L’ESECUTIVO REGIONALE PUNTI A SALVARE I BILANCI DI PALERMO, CATANIA E MESSINA FACENDO SCOMPARIRE OLTRE 50 COMUNI. IL PD SICILIANO APPOGGIA QUESTA MANOVRA DISSENNATA?

Un “No” grande una casa all’istituzione delle città metropolitane di Palermo, Catania e Messina. E, soprattutto, un “No” grande quanto una casa all’area metropolitana di Palermo. 

Questo, in sintesi, il tema che verrà affrontato stamattina a Bagheria. Appuntamento alle  11,00, a Palazzo Butera. Saranno presenti i Sindaci del comprensorio del capoluogo siciliano individuato dal disegno di legge del Governo regionale che vorrebbe sbaraccare una serie di Comuni per inglobarli nell’improbabile città metropolitana di Palermo.

Il timore dei cittadini e degli amministratori di questi Comuni, tutt’altro che infondato, è che la Regione siciliana stia pensando non alle città metropolitane, ma a un modo sbrigativo per risolvere i drammatici problemi finanziari dei Comuni di Palermo, Catania e Messina.

Come si usa dire dalle nostre parti, a la strinciuta i fatti potrebbero essere i seguenti: i Comuni di Palermo, Catania e Messina tra ruberie, sperperi, ‘festival’ dei precari, debiti fuori bilancio non possono più andare avanti. Non resta che svuotare le ‘casse’ (già vuote, in verità) dei piccoli Comuni che stanno intorno a queste città per far sopravvivere Palermo, Catania e Messina.

Nello ‘spirito’ di questa “Sindrome da pescecane”, il Governo regionale si è inventato un raffazzonato disegno di legge riesumando la storiella delle città metropolitane. Insomma, con la scusa delle tre città metropolitane, dovrebbero scomparire, inghiottiti dal nulla, una cinquantina e forse più di Comuni siciliani. La copertura a questa squallida operazione politica la sta fornendo l’onorevole Antonello Cracolici, presidente della Prima Commissione legislativa dell’Ars (Affari istituzionali), non abbiamo ancora capito se a nome di tutto il PD siciliano o a titolo personale.

Ovviamente, i Sindaci di questi Comuni non ci stanno. Così, oggi, i primi cittadini di Bagheria; Vincenzo Lo Meo, di Monreale; Filippo Di Matteo e Francesco Cirrito di Villabate si sono dati appuntamento per cominciare a mettere i puntini sulle “i”. I tre Sindaci hanno congiuntamente hanno dichiarato di opporsi al progetto varato dal Governo regionale, presieduto da Rosario Crocetta, in quanto, informa un comunicato diffuso da Monreale News, “Ogni Comune ha la propria identità che bisogna mantenere a tutti i costi. Il Governo non può cancellare millenni di storia e per questo invitiamo i colleghi ad unirsi a noi per evitare ulteriori sconvolgimenti”.

Pensate alla follia di questo Governo regionale: un Comune come quello di Monreale, cittadina dalla storia millenaria, dovrebbe scomparire per risanare i danni finanziari prodotti al Comune di Palermo dalla dissennata gestione dell’ex Sindaco, Diego Cammarata. Il tutto con l’avallo della Prima Commissione legislativa dell’Ars!

Lo slogan della manifestazione di stamattina è tutto un programma: “No all’area metropolitana di Crocetta che toglierebbe identità a tanti Comuni trasformandoli in semplici municipalità”.

Più cauta, ma non meno ferma, la presa di posizione del presidente dell’Anci Sicilia, Paolo Amenta: “La linea dell’Anci Sicilia tende a negoziare i contenuti della riforma partendo dalle esigenze e dalle relative proposte dei Comuni interessati per individuare le soluzioni più congrue. Non possiamo permetterci di subire le iniziative unilaterali del Governo regionale che ha già dato prova della sua improvvisazione nella vicenda riguardante la soppressione delle Province. Né la soluzione avanzata sull’ipotesi dei liberi Consorzi di Comuni ci convince, perché in tale proposta la libertà assegnata dallo Statuto siciliano ai Comuni verrebbe conculcata”.

Anche in questo caso, siamo davanti a una classe politica che improvvisa, senza nemmeno conoscere che cosa significa città metropolitana. Lo spirito della legge che ha introdotto nell’ordinamento italiano le città metropolitane – la legge n. 142 del 1990 – punta a valorizzare l’azione di tutti i Comuni che ne fanno parte, non a trasformarli in squallide periferie. La città metropolitana si aggiunge ai Comuni e li valorizza, non li sostituisce. Perché non si possono cancellare millenni di storia.

Ancora una volta, con amarezza, siamo costretti a segnalare l’inadeguatezza di una classe politica arruffona e inadeguata perché poco preparata. La Sicilia non merita un Governo regionale di così basso profilo.


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