Luciano Labruzzo non può entrare al cimitero per colpa delle caditoie all'ingresso, in cui le ruote della sua carrozzina si incastrano. E punta il dito contro la scarsa attenzione del Comune. Ma il sindaco assicura che sta lavorando perché il paese sia «agibile per tutti»
Corleone, il paese dove la disabilità diventa «un fardello» «La vera barriera non è solo il gradino ma l’insensibilità»
«Siamo in carrozzina da anni, vogliamo uscire anche noi. Ma a Corleone non si può». Tra caditoie pericolose a guardia di ingressi pubblici, strade disseminate di buche e avvallamenti e scivoli puntualmente occupati da auto posteggiate il paese è praticamente invivibile per chi, come Luciano Labruzzo, è costretto a muoversi su una sedia a rotelle. In carrozzina ormai da anni, l’uomo sabato scorso è andato da solo al cimitero comunale per portare dei fiori sulla tomba dei genitori. Una cosa come un’altra in un giorno in cui in tanti, approfittando della ricorrenza del 2 novembre, si sono recati in visita dai propri cari che non ci sono più. Tanti tranne lui, però. Che è rimasto fuori dal cimitero senza alcuna possibilità di potervi entrare. Anzi, di poter varcarne addirittura la soglia.
«Sono dovuto tornare indietro perché le caditoie che sono davanti ai due ingressi sono un ostacolo per la mia carrozzina a spinta, che ha delle ruote molto sottili che la rendono molto più leggera – racconta -. Sono dovuto tornare a casa, questo mi ha fatto arrabbiare in una maniera furibonda, non so cosa avrei fatto. L’unico mezzo che avevo per le mani erano i social. E quindi ho scritto tutto quello che mi era appena successo». Luciano denuncia, si sfoga, lancia appelli e chiede soprattutto risposte. Raccoglie immediatamente la solidarietà dei suoi concittadini, ma non solo. «Sono stato anche aggredito privatamente dalle forze politiche, le stesse che non in pratica non hanno capito che la barriera non è solo il gradino».
«Se una ruota si infila dentro a una caditoia io cado a terra e se succede mi faccio male di sicuro – continua Luciano -. A Corleone non è possibile andare in carrozzina, sia soli che accompagnati, anche perché le strade sono piene di buche e quindi anche camminare per strada diventa complicatissimo. Ho un amico, in carrozzina anche lui, che addirittura spesso non riesce nemmeno a uscire di casa perché il marciapiede e lo scivolo sono sempre occupati dalle auto posteggiate. Quindi lui rimane praticamente prigioniero». Avvisare i vigili spesso risolve la situazione. Loro arrivano e multano il trasgressore. Ma per Luciano non si tratta solo di un problema di scarsa civiltà ed educazione civica. «Dobbiamo metterci dentro anche la scarsissima sensibilità delle istituzioni – torna a dire -. Se ce ne fosse di più, quella farebbe davvero tantissimo».
Ma Corleone, secondo l’uomo, sarebbe ancora molto lontana dall’adottare gli strumenti giusti per affrontare un tema tanto stringente. Chi si pone oggi la questione della vivibilità, oltre che mobilità, di un disabile? Solo un disabile, a quanto pare. O, almeno, a Corleone. «Ho chiesto le scuse ufficiali del sindaco in persona, ho già avuto in privato quelle del vice sindaco e del presidente del consiglio. Il primo cittadino, invece, ad oggi sembra ignorarmi». Ma Luciano è intenzionato ad aspettare, armandosi di pazienza e soprattutto di buona volontà per la lotta che intende portare avanti ad ogni costo. «Non è la prima battaglia in cui mi imbatto: alla precedente campagna elettorale avevo invitato i candidati alla poltrona di sindaco a venire a casa mia e a provare la mia carrozzina». Se si siederanno lì sopra, pensa, forse riusciranno a vedere il paese e la vita dal suo punto di vista.
«Sono venuti tutti e tre e tutti e tre mi hanno chiesto il voto, solo che poi non c’è stato più niente. Mai, fino ad oggi, un atto ufficiale che faccia pensare che qualcosa stia effettivamente cambiando, niente di niente. Nella sede principale del Comune non esiste nemmeno l’ascensore, in altre sedi non funzionano o sono in posti difficilmente raggiungibili se per esempio sono solo e non mi accompagna nessuno. Ma io insisto, continuerò questa battaglia – dice -. Io resterò definitivamente seduto su questa sedia, ormai, non posso pensare di vivere gli anni che mi restano come fossero un fardello. Ma ripeto, sono uno che combatte, io non mi arrendo». A non arrendersi, però, è in realtà anche il primo cittadino Nicolò Nicolosi, tirato in ballo proprio da Luciano Labruzzo. Che, in fatto di disabilità, dice di essere impegnato a trovare la soluzione migliore perché i tanti problemi denunciati dai concittadini siano risolti una volta e per tutte.
«Il problema me lo sto ponendo per tanti altri luoghi del Comune di Corleone – assicura il sindaco Nicolosi -. Ho già avuto dei contatti con l’assessorato alle Autonomie locali, che mi ha rinviato all’assessorato alla Famiglia, cioè quello preposto a occuparsi dell’abbattimento delle barriere architettoniche. Per fare un’operazione che sia riferita a tutti gli uffici comunali bisognerà certo avere un po’ di soldi a disposizione, cosa di cui mi sto già occupando». Mentre per quanto riguarda il cimitero comunale del paese e quanto denunciato da Luciano, il sindaco assicura che oltre a quello principale ci sono anche due accessi laterali perfettamente a misura di disabile, «lì i gradini non ci sono». E se il problema fossero anche, per esempio, le caditoie come accaduto per Luciano?
«Chi lo conosce bene mi ha detto che spesso qualcuno lo accompagna», dice Nicolosi, lasciando intendere che forse la soluzione sarebbe quella di non girare da soli. E chi non può? «Forse la sua contestazione è un po’ pretestuosa, ma dal punto di vista generale la protesta e l’appello sono corretti. Noi stiamo lavorando perché a Corleone ci sia agibilità per tutti, quindi affinché i cosiddetti diversamente abili abbiano tutte le opportunità che hanno gli altri – assicura -. Conosco il problema, sto cercando di trovare la maniera per affrontarla in modo risolutivo, il Comune deve provvedere a che tutti, qui, siano in condizioni di assoluta parità».