Fa discutere il video col quale la rivista transalpina Auto Moto Magazine ha scelto di recensire il nuovo modello Skoda. Girato nel Palermitano, il giornalista a un certo punto mostra il bagagliaio e, per mostrarne la capienza, esclama: «Si fa così in Sicilia quando qualcuno ti infastidisce»
Corleone, dalla Francia test auto con incaprettato Libera: «È una scelta terribile e di cattivo gusto»
Al posto di valigie e pacchi ingombranti, per misurare l’ampiezza del portabagagli c’è un uomo incaprettato. A prima vista potrebbe sembrare uno scherzo di dubbio gusto, invece, si tratta della prova della nuova Skoda Karoq della rivista francese Auto Moto Magazine, pubblicata su YouTube.
Al redattore francese del servizio, che ha scelto per il test Corleone, sarà sembrato scontato l’accostamento tra il Comune nel Palermitano e le sanguinose vicende di mafia. A fare da sottofondo alla recensione, infatti la colonna sonora del film il Padrino e il nome scelto per la prova «Un’offerta che non si può rifiutare», la nota battuta recitata nel film da Marlon Brando. Al termine del servizio il giornalista, per dimostrare le notevoli capacità di carico del veicolo, sollevando il portello e indicando il manichino esclama in francese: «Non vi preoccupate, mi ha infastidito e io l’ho ridotto così. Si fa così in Sicilia quando qualcuno ti infastidisce».
Un’ironia, quella della rivista transalpina, che sta sollevando molte critiche sul web e che ha lasciato in molti perplessi. «Una scelta terribile, a dir poco di cattivo gusto e che si commenta da sé – dice la vicepresidente di Libera Daniela Marcone – Se dobbiamo usare gli stereotipi della mafia per dimostrare la capienza di un’auto mi domando dove arriveremo. Sappiamo tutti che all’estero un bel pezzo della cultura italiana viene percepita così, con richiami alla mafia ma questo episodio, però, mi sembra sconsiderato, uno tiro molto brutto nei confronti dei siciliani».
Un episodio «molto grave» per Marcone e che merita anche una profonda riflessione: «Da sempre, noi di Libera siamo impegnati a intercettare quelle espressioni e stili di comunicazioni collegate alla mafia e di modificarne il segno culturale. Adesso cercheremo di riflettere insieme su questo video con la rete di associazioni di libera – conclude – per decidere quali azioni intraprendere».