Cori e slogan, studenti invadono Palermo In migliaia sfilano contro la Buona scuola

Per un attimo il centro storico di Palermo si è fermato sotto il fuoco incrociato degli studenti scesi in piazza per protestare contro “La Buona Scuola, la riforma voluta dal governo nazionale. Un fiume di ragazzi provenienti da tutte le scuole cittadine. “Riprendiamoci il futuro” il loro slogan, riportato anche sullo striscione che apre il primo corteo, organizzato dal Coordinamento studenti medi Palermo, partito da piazza Castelnuovo e diretto a Piazza Indipendenza, in cui si trova la sede della presidenza della Regione. Insieme a loro anche una rappresentanza di universitari in protesta contro i nuovi parametri del calcolo Isee che stravolgeranno completamente le graduatorie di accesso alle borse di studio e ai contributi alloggio, escludendo di fatto molti candidati. 

Già nei giorni scorsi gli universitari erano scesi in campo, occupando la sede dell’Ersu. «A parità di reddito – avevano spiegato -, risultiamo essere sistematicamente più ricchi. Ma solo sulla carta, visto e considerato che parte di quella ricchezza conteggiata nel nuovo calcolo Isee considera proprio all’interno del reddito le borse di studio ricevute negli anni precedenti». 

«Pensano solo ai loro giochi politici – dice uno dei ragazzi in testa al serpentone di manifestanti – e noi ci ritroviamo a dover frequentare scuole fatiscenti, strutture inadeguate che rischiano di crollare da un momento all’altro. Dobbiamo fare doppi turni perché le nuove succursali di alcuni istituti sono bloccate dalla burocrazia. Siamo stanchi». E proprio lo stato in cui versano gli immobili che ospitano gli istituti palermitani è uno dei temi principali che hanno mosso la manifestazione.

«Oggi rilanciamo la nostra volontà di opposizione nei confronti della “Buona Scuola” e del Governo Renzi – dice Michele Minardi del liceo scientifico Cannizzaro – perché rifiutiamo l’idea che la scuola possa diventare luogo di creazione di profitto, in mano ai privati. Siamo determinati nel ribadire un secco no ad un’idea di scuola che annichilisce le nostre coscienze critiche, basandosi sulla competizione, sulla retorica del merito e su un sapere di tipo nozionistico. Siamo contro l’aziendalizzazione delle nostre scuole, contro la figura del preside manager e contro l’alternanza scuola lavoro che altro non è che sfruttamento di lavoro gratuito mascherato da formazione. La riforma è passata quest’estate in Parlamento ma noi non ci fermiamo perchè riteniamo più che mai necessario contrastarla nella sua attuazione pratica».

In piazza anche la Rete degli studenti medi con un secondo corteo, partito da piazza Croci alla volta della Prefettura, in via Cavour. Ad aprirlo uno striscione con su scritto “Another brick for the future”. 


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