Contro la mafia che prima o poi dovrà finire

Forse non è un caso che si sia tenuta sabato 2 giugno, per la festa della Repubblica, la presentazione del libro “Dove eravamo” edito Caracò, curato dal giornalista Massimiliano Perna.

La manifestazione, svoltasi a Palermo nella sala Magna dello storico Palazzo Steri, è stata inserita all’interno del festival nazionale “Una marina di libri” organizzata dalla casa editrice Navarra, in concomitanza con altre 50 case editrici indipendenti provenienti da tutta Italia.

La presentazione ha avuto inizio intorno alle ore 20 con l’eccezionale presenza di protagonisti del panorama della lotta alla mafia e della divulgazione della cultura della legalità, quali il procuratore distrettuale antimafia Antonio Ingroia, il direttore dell’emittente televisiva Telejato, Pino Maniaci, IMD,Pina Mai sano Grassi (moglie di Libero Grassi), Dario Riccobono co-fondatore del Comitato Addiopizzo di Palermo, l’editore Mario Gelardi, e l’autore e curatore del libro, il giornalista Massimiliano Perna.

A vent’anni dalla strage di Capaci e di via D’amelio, il libro “Dove eravamo” rappresenta una raccolta corale di testimonianze e di ricordi; un ventaglio di voci che ricompongono ,come pezzi di un puzzle, la storia di quegli anni, fatta di gesti e di esperienze per ricostruire la memoria di quei due magistrati, Falcone e Borsellino, che si sono battuti per rendere libera l’Italia dalla realtà mafiosa.

“Erano due uomini soli – scrive nel suo libro, Massimiliano Perna -. In lotta contro un gigante di pietra, costruito con le mani sporche di mafia e Stato, quello stesso Stato in cui i due magistrati credevano e cercavano di liberare”.

Ventuno i protagonisti che nel libro descrivono le emozioni e le reazioni mosse dalla rabbia per quegli eventi tragici; oltre a quelli sopra citati, vengono riportate le testimonianze di Fabrizio Moro, Pif, Renato Sarti, Sonia Alfano, Salvatore Borsellino, Raffaele Cantone, Giuseppe Cassarubea, Giulio Cavalli, Lella Costa, Nando Dalla Chiesa, Maria Falcone, Gianluigi Nuzzi Moni Ovadia, Don Giacomo Panizza e Salvo Vitale.

Cosa è cambiato da quelle vicende di vent’anni fa? Dove si trovavano i protagonisti del libro quel caldo 19 luglio? E come è cambiata la loro vita dopo le stragi di Capaci e di via d’Amelio?

Queste sono le domande che il giornalista Perna pone ai suoi protagonisti cercando di ricostruire una memoria corale di quei giorni e riedificare una coscienza civile, per non dimenticare.

A Partinico, poco distante da Palermo, una piccola emittente televisiva diventa una cassa di risonanza per la libera informazione, facendo nomi e cognomi delle famiglie mafiose.

“Telejato è l’emittente televisiva di Partinico, che puntuale, ogni giorno, tenta di corrodere quella forte collusione che esiste tra mafia e politica – dice il direttore di Telejato, Pino Maniaci -. La mafia non è riuscita a fermarci, ma lo farà lo Stato con il passaggio al digitale, non previsto per le televisioni comunitarie”.

Un percorso ventennale commovente raccontato in “Dove eravamo” attraverso esperienze di vita, passioni e ricordi che hanno tentano e tentano ancora oggi di sciogliere il bandolo di quella matassa che attanaglia la realtà italiana e che, grazie all’impegno civile, di associazioni, televisioni e giornalisti della libera informazione, vedono la mafia “un fatto umano” che può e dovrà finire.

 


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