Il Consorzio autostrade siciliane ancora una volta sede di appalti decisi a tavolino. Al centro dell’attenzione della Procura di Messina sono finiti alcuni lavori per la Messina-Palermo: un imprenditore ha accusato di aver pagato il geometra Agostino Bernava, funzionario del Cas, in cambio dell’illecito affidamento di alcune opere. Quest’ultimo è adesso accusato di induzione indebita a dare o promettere utilità. Lavori per un totale di quasi 400mila euro, tra manutenzione del verde, lotta al punteruolo rosso e manutenzione ordinaria. Sabato scorso la sezione operativa della Direzione Investigativa antimafia di Messina ha eseguito l’ordinanza che prevede i domiciliari per Bernava, fratello del sindacalista della Cisl Maurizio Bernava, ex segretario regionale, ora alla segreteria nazionale.
Il provvedimento è stato emesso su richiesta del procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e del sostituto procuratore Fabrizio Monaco della Procura di Messina. Gli stessi titolari dell’indagine sfociata a novembre nell’operazione Tekno – di cui la misura nei confronti di Bernava è un seguito. Sotto accusa due mesi fa erano finite otto persone tra imprenditori, dirigenti e funzionari del Consorzio.
Contestualmente ai domiciliari per il geometra, è stata fissata un’udienza tra tre giorni per decidere sul divieto di contrattare con la pubblica amministrazione nei confronti dell’impresa messinese che avrebbe pagato il funzionario. L’imprenditore la scorsa estate ha confessato agli inquirenti di aver lui stesso pagato in contanti Bernava. I lavori aggiudicati in particolare interessano l’autostrada A20 Messina- Palermo e riguardano il ripristino delle condizioni di sicurezza rese precarie dalla mancata manutenzione del verde che invadei la sede stradale per l’importo di 40mila euro; lavori urgenti per il contenimento e le radicazioni del punteruolo rosso delle palme per 92mila 587 euro; e infine lavori di manutenzione ordinaria di sfalcio dell’erba per 251mila 202 euro.
La Dia ha acquisito documenti ed eseguito servizi di osservazione, pedinamento e controllo e si è servita di intercettazioni. Facendo luce così sulle promesse fatta da Bernava agli imprenditori a proposito della possibilità di futuri vantaggi che sarebbero derivati loro dalla posizione che lui ricopriva all’interno del Cas. In particolare avrebbe assicurato all’impresa la libertà di eseguire i lavori in somma urgenza ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto a quello preventivato. Ulteriore documentazione ritenuta dagli inquirenti d’interesse è stata sequestrata a seguito di perquisizioni a casa di Bernava e nel suo ufficio nella sede del Cas di contrada Scoppo.
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