A oltre venti ore dalla chiusura dei seggi, manca ancora un terzo delle sezioni da scrutinare a Catania. Il sindaco ormai è cosa fatta con Enrico Trantino che ha anche fatto il suo primo discorso da primo cittadino. Eppure, già dalle prime schede aperte un dato è sembrato chiaro: il vento soffia a destra e la lista più votata alle Amministrative è quella di Fratelli d’Italia. Seguita da Forza Italia e Prima l’Italia. Tutte compagini a sostegno del candidato diventato il nuovo sindaco del capoluogo etneo. Come rappresentante del partito di Giorgia Meloni, nel Consiglio comunale di Catania ci sarà Daniele Bottino che tornerà a sedere sugli scranni di Palazzo degli elefanti come ha già fatto in passato. Prima da capogruppo di Con Bianco per Catania e poi con la casacca di Diventerà Bellissima. Un posto nella tribuna dell’aula consigliere se lo guadagnano anche Andrea Barresi, l’ex consigliere comunale che, nella giunta dell’ex sindaco Salvo Pogliese, ha avuto una non lunghissima esperienza da assessore all’Ecologia, e l’ex senatore accademico Giovanni Magni tornato in corsa dopo il ritiro di cinque anni fa. Vista la percentuale di preferenze, nei banchi di Fratelli d’Italia dovrebbe esserci posto anche per Paola Parisi, Luca Litterio Buceti e Erika Bonaccorsi.
La compagine di Forza Italia, al momento, dovrebbe avere conquistato cinque scranni: il primo è sicuramente del consigliere che non fa in tempo ad alzarsi Giovanni Petralia. E accanto a lui dovrebbe sedere Riccardo Pellegrino. Eletto in passato in quota Pdl e poi candidato alle regionali ma anche a sindaco della città nel 2018. Più volte finito sotto la lente d’ingrandimento della procura, Pellegrino ha collezionato archiviazioni e assoluzioni ma attualmente si trova a processo per voto di scambio semplice. Sul suo conto, a pesare, i problemi del fratello Gaetano, ritenuto un esponente di vertice del clan mafioso Mazzei. Sul punto il neo-consigliere ha sempre ribadito come le responsabilità siano personali. Tra i banchi dei forzisti dovrebbero sedere poi anche Carmela Monteleone, Melania Miraglia e Mario Tomasello, quest’ultimo ex esponente di Articolo 4 e anche lui finito coinvolto in un’inchiesta su presunte truffe legate al mondo delle assicurazioni.
E a formare la maggioranza in Consiglio contribuiranno anche i rappresentanti di Prima l’Italia: più voti degli altri, almeno al momento, ha preso Maurizio Zarbo. Originario del quartiere Nesima di Catania, per molti anni è stato consigliere di circoscrizione. Un posto accanto a lui dovrebbe esserselo assicurato anche il consigliere uscente Peppe Gelsomino. E ancora uno scranno dovrebbe andare a Giuseppe Musumeci. Tra questi ultimi due, finora, è stato un testa a testa di voti. Tra gli autonomisti di Grande Catania dovrebbero essersi tenuti il proprio posto Alessandro Campisi, Orazio Grasso e Sebastiano Anastasi che è, nell’ultimo periodo, è stato presidente del Consiglio comunale etneo. Tra i Popolari e autonomisti di sicuro sarà consigliere Angelo Scuderi. Nella lista che porta il nome e il cognome del neo eletto sindaco di Catania, ad assicurarsi il numero maggiore di preferenze sono stati Giovanni Curia e Antonino Manara.
Qualcosa si inizia a delineare in quella che potrebbe essere la minoranza del Consiglio comunale etneo. Il Partito democratico è, al momento, la lista più votata tra quelle che non erano a sostegno del candidato che ha vinto. E tra le fila del Pd, un posto assicurato tra gli scranni è quello del 24enne studente universitario di Economia Damien Bonaccorsi, che è anche il presidente dell’associazione universitaria Nike. Accanto a lui dovrebbe sedere Anna Vullo. E pure il Movimento cinque stelle è riuscito, seppur per poco, a superare lo sbarramento. Un’asticella che dovrebbe assicurare a Graziano Bonaccorsi di tenersi il suo posto nell’aula consiliare. A superare la soglia di sbarramento è riuscita anche la liste della Democrazia cristiana: con lo scudo crociato sul petto, in Consiglio dovrebbe tornare a sedere Maurizio Mirenda. Lì era arrivato a marzo, a consiliatura agli sgoccioli, dopo le dimissioni della consigliera Sonia Agata Sofia. Tra quei banchi, però, Mirenda non era nuovo: infatti, è già stato consigliere per diversi mandati.
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