Non sono mancate le scintille nell'evento organizzato dall'associazione dei costruttori edili che ha visto come protagonisti solo tre dei pretendenti per la poltrona di sindaco di Palermo. Tra accuse velate di copiature di programma e voci smentite sulla presunta volontà di mettere la Rap in mano ai privati
Beni comuni e appalti: confronto tra candidati all’Ance «Gli esclusi? È casa nostra e invitiamo chi vogliamo»
Beni comuni, investimenti, riqualificazione urbana, appalti. Sono i temi sui quali si sono confrontati nella sede dell’Ance, a Palermo, tre dei sei candidati a sindaco di Palermo, l’uscente Leoluca Orlando, il pentastellato Ugo Forello, e il leader de I coraggiosi, Fabrizio Ferrandelli. Un confronto preceduto dalle polemiche per l’esclusione degli altri tre candidati, Spallitta in testa, che ha lamentato discriminazione nonostante gli anni trascorsi a occuparsi di edilizia comunale.
«Abbiamo invitato tre candidati non a caso, sono i tre che rappresentano le espressioni delle coalizioni più importanti e che nei loro programmi elettorali hanno parlato di infrastrutture. Io rispondo solo ai nostri associati, siamo a casa nostra e invitiamo chi vogliamo, al di fuori di ogni polemica». Ha detto Fabio Sanfratello, presidente Ance, liquidando così, a Palazzo Forcella De Seta, le polemiche seguite ai mancati inviti.
«Ognuno deve fare il proprio lavoro, non si può essere tuttologi – ha aggiunto Sanfratello – oggi vedo che sono tutti urbanisti, e sento molte critiche sugli investimenti all’urbanistica in città, mi chiedo come mai non sono stati fatti in passato mentre ora fioccano in campagna elettorale. L’immobilismo delle pubbliche amministrazioni è il male peggiore, come lo sport più praticato, cioè quello di criticare tutti, specialmente costruttori e investitori. Noi abbiamo fatto piazza pulita al nostro interno, la nostra associazione non ha mai fatto proclami antimafia ma ha sempre lavorato in silenzio, abbiamo oltre 200 imprese iscritte all’Ance. La nostra associazione non si schiera pubblicamente con nessun candidato».
Al confronto organizzato dall’Ance ogni candidato ha avuto quattro minuti di tempo disponibili per rispondere, e a ciascuno sono toccate tre domande. «Ho letto che il sindaco uscente vuole fare un regolamento sui beni comuni. Ci fa piacere che altri candidati vogliono copiarci. Si tratta di gestire però la cosa pubblica in modo completamente diverso. Nel corso di questa amministrazione è mancato il controllo e la conoscenza del territorio attraverso un monitoraggio costante». È la stoccata del candidato sindaco del movimento 5 stelle Ugo Forello all’uscente Orlando. «L’approvazione di un regolamento dipende dalla volontà politica – ha aggiunto Forello – Il mercato ortofrutticolo va trasferito, lo si dice da anni, ma su questo manca un regolamento».
Dal canto suo Orlando ha detto che «La normativa sugli appalti ha creato problemi su problemi, nel passare dalla parte tecnica a quella contrattuale abbiamo avuto una serie di criticità, l’auspicio è riorganizzarle in un’unica area attraverso un coordinamento». E poi: «Il consumo di suolo zero non vuol dire che non si deve più costruire, ma riqualificare. Cosa aspettano i privati a realizzare un centro congressi?».
«Efficientamento energetico», una «Task force per investimenti sopra il milione di euro» insieme alla possibilità di «Ridare in concessione ai privati i sette chilometri di costa che vanno da Sant’Erasmo ad Acqua dei corsari» sono le proposte sull’urbanistica in città dell’altro candidato, Fabrizio Ferrandelli, che non ha risparmiato critiche sulla gestione della partecipata Rap: «La Rap è un’azienda che continuiamo a immaginare in mano pubblica e non privata come qualcuno in modo tendenzioso dice. A pagare però tutto il costo del risanamento sono stati fornitori e imprese, quindi voglio capire con quale livello di equità è stata risanata un’azienda nella quale non tutti hanno avuto lo stesso trattamento, pur essendo i lavoratori figli dello stesso padre».
«Queste aziende presentano una media elevata di età anagrafica, per cui man mano che alcuni servizi vanno in turnover si può pensare a piccoli appalti di esternalizzazione. Il mio modello di economia non può essere quello sovietico o di concorrenza tra pubblico e privato. Se devo pensare agli altri fronti aperti in città, poi, sulla fiera del Mediterraneo gli imprenditori sono stati beffati».
In conclusione, il segretario provinciale della Filca Cisl Palermo Trapani Paolo D’Anca ha rivolto un appello ai candidati presenti: «Al di là di chi lo sa fare e di chi lo vorrebbe fare, all’indomani delle elezioni chiederemo al futuro primo cittadino di stringere un patto sociale forte con tutte le associazioni datoriali e i sindacati affinché questo accordo sia subito operativo e dia una risposta per potenziare la viabilità nelle città. Non dimentichiamo – ha concluso D’Anca – che l’edilizia è il vero volano sociale e economico per Palermo».