Confcommercio: la stretta creditizia soffoca le imprese del Sud Italia

Per quasi la metà delle imprese del terziario (48%) resta critica la capacità finanziaria, ovvero la possibilità di riuscire a fare fronte ai propri impegni finanziari, a pagare i propri fornitori, le tratte in banca, o a fare fronte agli oneri contributivi e fiscali.

E’ quanto emerge dall’indagine regionale dell’Osservatorio Credito Confcommercio sulle imprese del terziario di mercato nel secondo trimestre dell’anno. A incidere fortemente su questo dato sono soprattutto le maggiori difficoltà del Mezzogiorno dove la quota di imprese che non riescono a fronteggiare autonomamente il proprio fabbisogno finanziario è particolarmente elevata, come nel caso della Calabria (54,8%) e della Sardegna (54%) che registrano tassi più che doppi rispetto alle imprese del Friuli Venezia Giulia (26,7%); la ‘forbice’ Nord-Sud si conferma anche nella quota di imprese che si rivolgono alle banche per avere un finanziamento: rispetto ad una media nazionale del 15,9%, in Lombardia sono il 23%, in Friuli Venezia Giulia il 22,6%, in Piemonte il 18%; nelle regioni meridionali le percentuali sono tutte comprese, invece, tra il 10% di Calabria, Abruzzo e Molise e il 12% di Sicilia e Campania.

  A fronte di questa richiesta di credito, anche i finanziamenti concessi dalle banche ‘spaccano’ l’Italia in due con quasi il 10% di imprese finanziate in Lombardia e Friuli Venezia Giulia e poco più di 1 impresa su 100 in Molise, Basilicata e Sardegna. Per Confcommercio “è dunque evidente che in una fase di perdurante stretta creditizia per le imprese del terziario di mercato, la maggiore debolezza strutturale del contesto economico e produttivo del Mezzogiorno accentua ulteriormente le difficoltà di accesso al credito del sistema imprenditoriale nel complesso, contribuendo ad aumentare la distanza di quest’area dal resto del Paese.

 

 


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