Sette pentiti di mafia indicarono nel gelese Mirko Eros Turco l'assassino di un affiliato a Cosa nostra e di un commerciante. Ma l'uomo - che all'epoca non aveva nemmeno 18 anni - è stato riconosciuto innocente dalla corte di appello di Messina. Intanto, però, ha passato dieci anni in carcere
Condannato all’ergastolo, scagionato in appello Era accusato di aver ucciso due persone
Sette pentiti di mafia lo accusarono di due omicidi compiuti nel 1998. Condannato all’ergastolo, è stato riconosciuto innocente dalla corte d’appello di Messina dopo aver passato nel frattempo dieci anni in carcere. È quanto accaduto a un uomo di 35 anni di Gela, Mirko Eros Turco, che all’epoca non aveva nemmeno 18 anni. Turco era accusato di aver ucciso, in due diverse occasioni, l’affiliato di mafia Fortunato Belladonna e durante una rapina un commerciante, Orazio Sciascio.
Per i due reati gli è stato inflitto l’ergastolo, scontando i primi dieci anni. La revisione del processo concessagli dalla Cassazione nel 2008 lo ha scagionato dalle accuse, anche perché dei reati si sono autoaccusati due collaboratori di giustizia, Massimo Billizzi e Gianluca Gammino. A opporsi alla scarcerazione di Mirko Turco la procura generale messinese, che non ha mai creduto alla sua innocenza.