I finanzieri, nell'ambito dell'operazione denominata Brick, hanno appurato che alcuni affiliati a clan mafiosi avevano ottenuto il sussidio senza i requisiti previsti. I benefici ottenuti, adesso, saranno revocati
Condannati per mafia col reddito di cittadinanza Cinque denunciati, già erogati oltre 70mila euro
Nell’ambito dell’attività istituzionale disposta dal comando provinciale di Enna a tutela della spesa pubblica, finalizzata al contrasto alle indebite percezioni dei pubblici sussidi, le fiamme gialle del nucleo di polizia economico finanziaria, al termine di una preliminare attività info-investigativa nello specifico e strategico settore, hanno avviato una articolata e complessa analisi diretta ad individuare condotte penalmente rilevanti tese all’illecita percezione del reddito di cittadinanza.
In particolare, sono state vagliate le posizioni di numerosi soggetti condannati con sentenze passate in giudicato per reati di mafia, al fine di verificare la legittimità delle istanze inoltrate. Dalle specifiche investigazioni svolte si è appurato che parte dei percettori o dei componenti del nucleo familiare, riconosciuti quali affiliati alle consorterie criminali, risultavano avere richiesto e ottenuto il sussidio di cittadinanza in assenza dei requisiti previsti dal provvedimento normativo; altri, invece, hanno scientemente omesso di fornire informazioni utili ai fini della corretta determinazione dell’ammontare del beneficio.
Al termine degli accertamenti in rassegna si è proceduto alla denuncia di cinque appartenenti alla criminalità organizzata originari della provincia alla procura della Repubblica di Enna e alla contestuale segnalazione all’Inps per l’avvio del procedimento di revoca degli indebiti benefici ottenuti e il conseguente recupero delle somme già erogate, quantificabili complessivamente in circa 70mila euro.
L’inchiesta di polizia giudiziaria, denominata Brick, testimonia l’approccio multidisciplinare e trasversale dell’azione sviluppata dalle attività di servizio dalla guardia di finanza, conformemente alle linee operative tracciate dal comando generale del corpo, che opera a favore dei cittadini onesti al fine di assicurare che le misure per il contrasto alla povertà siano effettivamente destinate alle fasce più deboli e bisognose e non siano appannaggio di individui che si pongono volontariamente al di fuori della cornice della legalità.
Già nei giorni scorsi, infatti, con l’operazione Inside, il comando provinciale di Enna aveva provveduto a effettuare l’analisi della posizione di numerosi imprenditori agricoli che, in assenza dei requisiti di legge, beneficiavano del sussidio. Al termine degli accertamenti sono state denunciate all’autorità giudiziaria 36 persone per i medesimi reati. Contestualmente, sono state avviate le procedure di recupero del beneficio con relativa restituzione degli indebiti, sin qui quantificati in circa 200mila euro.
(Fonte: comando provinciale della guardia di finanza di Enna)