La stagione estiva è finita, ma il mare siciliano continua a fare notizia tra contenziosi, richieste di revoche e accertamenti della magistratura. Il caso delle concessioni balneari in Sicilia continua, insomma, a scottare. A Palermo, la vicenda della Mondello Italo-Belga, storica concessionaria degli arenili di Mondello, è tornata al centro del dibattito politico e istituzionale. […]
Concessioni balneari in Sicilia, vecchi monopoli e nuove inchieste: dal caso Mondello all’onda giudiziaria a Siracusa
La stagione estiva è finita, ma il mare siciliano continua a fare notizia tra contenziosi, richieste di revoche e accertamenti della magistratura. Il caso delle concessioni balneari in Sicilia continua, insomma, a scottare. A Palermo, la vicenda della Mondello Italo-Belga, storica concessionaria degli arenili di Mondello, è tornata al centro del dibattito politico e istituzionale. Con il deputato regionale Ismaele La Vardera che ha formalizzato la richiesta di revoca della concessione demaniale. Mentre la Regione ha chiesto aggiornamenti al prefetto e l’azienda è stata ascoltata in commissione antimafia dell’Ars.
La società respinge addebiti e ombre, ma l’attenzione pubblica resta alta. Complici i rapporti di parentela scomodi di lavoratori, seppur incensurati, con ambienti criminali. Tema che la Italo-Belga ha più volte definito estraneo alla propria gestione. Il quadro, al momento, è politico-amministrativo: non risultano provvedimenti giudiziari di revoca o interdittivi, ma la pressione per voltare pagina sul modello Mondello cresce. E contagia Siracusa, comprese le sue spiagge di tendenza, dove, invece, è intervenuta la procura con l’apertura di un fascicolo.
Le concessioni balneari in Sicilia: mare libero per tutti, forse
Se a Palermo pesa il simbolo di un monopolio ultracentenario, a Siracusa l’attenzione si è spostata sulle condizioni di accesso al mare. E sulla regolarità di alcune occupazioni del demanio. Dopo settimane di segnalazioni su cancelli, barriere e presunti usi privatistici di tratti costieri, la procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta per verificare abusi, violazioni e la regolarità delle concessioni. Il fascicolo nasce anche sull’onda dei sequestri preventivi eseguiti su alcuni lidi nel Siracusano, per presunte irregolarità nei pareri autorizzativi, in particolare quelli della compatibilità culturale-paesaggistica. Gli operatori coinvolti contestano i provvedimenti e preannunciano ricorsi. Ma, intanto, la magistratura prova a fare ordine in un comparto storicamente esposto a proroghe, deroghe e contenziosi.
La contraddittoria normativa sulle concessioni balneari
Il nodo normativo è, infatti, tutt’altro che lineare. A livello nazionale, il decreto legge – convertito nella legge 166 del 2024 – ha prorogato le concessioni balneari fino al 30 settembre 2027. Con una possibile coda tecnica al 31 marzo 2028 per le gare già avviate e non concluse. La norma, varata per disinnescare la procedura d’infrazione Ue, convive però con un quadro giurisprudenziale altalenante. Per anni, a susseguirsi sono stati richiami europei e sentenze interne contrarie alle proroghe generalizzate. Nel 2025, poi, una pronuncia della Corte di Giustizia sembra aver operato una parziale apertura sulla non riconducibilità automatica delle concessioni alla direttiva Bolkestein. Ossia la legge europea sulla libera circolazione dei servizi che riguarda anche l’accesso al mare. Ma in Italia, intanto, il Consiglio di Stato ha continuato a ribadire limiti stretti alla stagione delle proroghe. Risultato: gli enti locali devono comunque prepararsi alle gare, pena l’ennesima paralisi amministrativa.
Il percorso della legge in Sicilia
In Sicilia, il percorso rischia di essere più accidentato che altrove. La Regione ha chiesto ai Comuni costieri di aggiornare e approvare i Piani di utilizzo del demanio marittimo (Pudm), condizione necessaria per bandire le concessioni secondo criteri concorrenziali e trasparenti. Ma, al 30 settembre, una quota non trascurabile dei circa 120 Comuni interessati non aveva ancora completato l’iter. Tra i casi segnalati come in ritardo, figura anche Siracusa. Ma non va meglio con chi invece il piano lo ha redatto. Nelle scorse settimane, infatti, l’amministrazione regionale ha dovuto fare i conti con i ricorsi che hanno impattato sulle procedure di revisione dei piani. Segno di una transizione non indolore tra vecchio e nuovo regime.
Gli esempi siciliani: da Mondello a Siracusa

Il caso Mondello rimane la cartina al tornasole della tensione tra vocazione pubblica del litorale e sfruttamento economico. La Regione ha chiesto informazioni puntuali al prefetto sulle verifiche in corso. Mentre il confronto politico mette sotto i riflettori equità dei canoni, qualità dei servizi, accesso universale alla battigia e il peso degli interessi consolidati. La società Italo-Belga, da parte sua, rivendica la legittimità della propria posizione storica e ricorda – nelle sue comunicazioni – il ruolo di investitore e gestore dei servizi. Ribadendo che la concessione discende da atti regolari del demanio. Ma il tema, oggi, è soprattutto prospettico: come traghettare un modello del Novecento verso gare moderne, tutela ambientale e standard europei di concorrenza.
Il caso delle concessioni balneari a Siracusa
Sul fronte Siracusa, l’indagine appena aperta fotografa un’altra faccia della stessa medaglia. Laddove i Pudm mancano o sono superati, cresce il rischio di usi privatistici e contese tra operatori, residenti e amministrazioni. Con il mare che, da bene comune, diventa terreno di scontro estivo. L’inchiesta punta a ricostruire la filiera degli atti – concessioni, pareri e controlli – e a verificare eventuali abusi. Sarà anche un test per la tenuta delle strutture comunali e regionali chiamate a presidiare un comparto a forte redditività, ma con altrettanta sensibilità sociale.
Due dossier, la stessa domanda
Quando e come la Sicilia entrerà nel regime delle gare pubbliche per le concessioni balneari? La scadenza del 2027 impone ai Comuni una corsa contro il tempo: aggiornare i Piani, mappare le aree, fissare criteri chiari su ambiente, investimenti e accessibilità. Ma anche garantire canoni congrui rispetto al valore reale del bene demaniale. La politica regionale, ormai sotto i riflettori, deve accompagnare la transizione salvaguardando lavoro e servizi, ma uscendo dalla logica delle proroghe infinite. La magistratura, con Siracusa, ricorda che la legalità dell’uso del mare non è tema d’opinione, ma materia di atti. Al netto di slogan e campagne social, la prossima estate dirà se alle parole seguiranno bandi, controlli efficaci e un nuovo patto tra rivieraschi, operatori e cittadini.