La rassegna stampa, il trailer del film, le note di regia. Ma anche il memoriale di Emanuele Patanè e la ricostruzione della vicenda che riguarda il cosiddetto laboratorio dei veleni all'interno dell'ex facoltà di Farmacia. E poi due sezioni speciali per aumentare l'interazione con quanti possono portare i propri contributi: «L'idea è quella di invitare chi ha esperienze di vita in laboratorio o ne ha conoscenza a parlarne, farsi avanti. Far capire che non sono soli», spiega la curatrice Claudia Vago
Con il fiato sospeso, le storie online Un sito per raccogliere denunce e racconti
Claudia Vago, meglio conosciuta in Rete come Tigella, è una dei creatori del sito internet collegato al film di Costanza Quatriglio Con il fiato sospeso. Un portale che – al pari della pellicola – racchiude al suo interno più di quanto si possa pensare. Pubblicizzare la storia ispirata alle vicende che riguardano lo scandalo dei laboratori dell’ex facoltà di Farmacia di Catania, ma non solo. «All’inizio il sito doveva servire a raccontare quanto accaduto – racconta Vago – Poi abbiamo pensato anche di utilizzarlo come strumento per chiedere alle persone di raccontare le proprie esperienze».
A breve, dopo la chiusura del festival di Venezia al quale il film partecipa fuori concorso, verranno inserite anche le notizie riguardanti le reazioni e il cast. «Ma il centro non è il film, ma la storia», precisa Claudia Vago. A cominciare proprio dal memoriale scritto da Emanuele Patanè e che ha permesso di far prendere vita a due procedimenti, uno dei quali in via di chiusura. Così, oltre alla ricostruzione della vicenda ad opera di CTzen, il sito ospita due sezioni interessanti. «Ne Le vostre storie c’è un formulario che permette di inviare contributi – spiega la creatrice – L’idea è quella di invitare chi ha esperienze di vita in laboratorio o ne ha conoscenza a parlarne, farsi avanti. Far capire che non sono soli».
Anche Cosa puoi fare è una parte importante del sito. «Con il fiato sospeso è un film particolare, di 35 minuti, difficilmente verrà venduto per la distribuzione in sala», afferma Claudia Vago. Attraverso internet sarà dunque possibile contattare i responsabili per la proiezione nei circuiti alternativi, a cominciare da quelli sui quali si concentrano le speranze dei creatori del progetto: quelli universitari. Ma su questo Vago si mostra fiduciosa: «Già nel giorno della messa online abbiamo ricevuto una richiesta da parte di un’associazione di dottorandi di Padova».