Comunali Siracusa, la corsa del vicesindaco Italia  «Ricucire patto di fiducia tra cittadini e istituzioni»

Il vicesindaco uscente Francesco Italia ha raccolto il testimone lasciato dall’ormai quasi ex primo cittadino che negli ultimi cinque anni è stato alla guida del capoluogo aretuseo, Giancarlo Garozzo. #Avantinsieme è l’hashtag che sintetizza il progetto politico e l’intera campagna elettorale del 46enne. Laureato in giurisprudenza e specializzato in marketing, comunicazione d’impresa e giornalismo televisivo, a Siracusa Italia ha dato vita ad alcune attività imprenditoriali legate al mondo del turismo e dell’intrattenimento. Da luglio 2013 è vicesindaco, assessore al Centro storico, Cultura, Turismo, Spettacolo e Unesco della città di Siracusa. Adesso corre per la poltrona più importante di palazzo Vermexio con l’appoggio di tre liste

Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Semplicemente per senso del dovere».

Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«Ascolto e condivisione. Per ricucire il patto di fiducia tra cittadini e istituzione sfaldato da oltre un ventennio di politica autoreferenziale, più impegnata ad autoconservarsi che a perseguire il bene comune».

Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Come Nelson Mandela sosteneva “l’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo”. In un momento di grande cambiamento come quello che stiamo vivendo, è necessario ripartire dai valori fondanti della nostra civiltà per proporre un modello di città che sia, allo stesso tempo, un modello di società e ponga le proprie fondamenta non sull’egoismo ma sulla condivisione, non sul successo ma sul valore, non sul risultato ma sulla responsabilità, non sullo sviluppo ma sul benessere».

Con chi si alleerebbe in caso di ballottaggio?
«Con chi condivide la nostra visione».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Il difetto dell’amministrazione uscente (di cui Italia è stato vicesindaco, ndr) è stata l’incapacità di comunicare alla città il percorso amministrativo di cambiamento e di risanamento avviato dopo anni di immobilismo. Il miglior pregio che riconosco è certamente il coraggio di opporsi e sconfiggere il sistema del malaffare, corrotto e marcio, intenzionato a piegare la città attraverso una rete di connivenze imprenditoriali, giudiziarie e politiche che da vent’anni aveva posto una cupa cappa su Siracusa».

Quanto pensa di spendere per la sua campagna elettorale?
«Quanto necessario a illustrare il nostro progetto ai cittadini nel rispetto dei limiti stabiliti dalla legge».

Chi vota lei deve aspettarsi solo continuità o anche qualche novità?
«Rispondo alla sua provocazione invitando i lettori ad approfondire i contenuti del programma sul sito www.avantiinsieme.it».

Le manca il simbolo del Pd? Come mai non ha ceduto alle lusinghe di Moschella?
«Il nostro progetto è condiviso da una squadra di assessori designati e da tre liste di candidati al consiglio comunale tutti orgogliosamente liberi da ogni condizionamento». 

Il centrosinistra e, in particolare, in Partito democratico, a Siracusa visto da fuori sembra un verminaio pieno di veleni, sospetti e intrecci più o meno chiari. È così?
«Lo chieda a Fabio Moschella (candidato sindaco che ha ottenuto l’appoggio del Pd, ndr)».

È vero che la sua candidatura è, in qualche modo, figlia di un patto stretto con il sindaco uscente Giancarlo Garozzo già anni fa, nell’ottica di una staffetta?
«No, e sono i fatti a dimostrarlo».


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