Negli ultimi anni diverse indagini hanno portato Palazzo Vermexio a essere definito il municipio più inquisito d'Italia. Alcune sono state archiviate, altre invece sono andate avanti. E molti dei consiglieri uscenti coinvolti si ripresentano ai nastri di partenza
Comunali Siracusa, i consiglieri indagati che ci riprovano A processo per droga, lascia al padre accusato di truffa
In quello che è stato il Municipio più inquisito d’Italia fra il 2016 e il 2017, il prossimo 10 giugno i cittadini sono chiamati a utilizzare la matita dentro la cabina per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. La metà dei consiglieri uscenti ha deciso di tentare il bis, nonostante molti di loro siano stati coinvolti nelle vicende giudiziarie che hanno scosso palazzo Vermexio. Negli ultimi anni, infatti, Siracusa è balzata alle cronache, anche nazionali, per una dozzina di indagini che hanno visto coinvolti dirigenti, funzionari, assessori e consiglieri comunali oltre al sindaco uscente Giancarlo Garozzo.
Ha scelto di non schierarsi ai nastri di partenza della nuova competizione elettorale, Antonio (detto Tony) Bonafede, il giovane consigliere del Pd a processo per detenzione ai fini di spaccio di sostante stupefacenti perché nel 2016 fu arrestato con 20 chili di droga in una valigia a Pozzallo mentre stava per imbarcarsi per Malta. La candidatura però rimane in famiglia, e in questo caso viene ereditata al contrario: Tony, infatti, lascia il posto al padre Sergio – già consigliere comunale fino al 2013, prima del figlio – che si candida con Cantiere Siracusa – Evoluzione civica, una delle nove liste a sostegno di Reale. Pure Bonafede senior però deve ancora avere a che fare con le aule di giustizia: è in corso infatti il processo nato dall’inchiesta Fantassunzioni, in cui è coinvolto insieme ad altri quattro ex consiglieri comunali, fra cui Franco Formica (attualmente candidato con la lista #fuori sistema per Siracusa in appoggio di Francesco Italia). Devono rispondere di truffa per avere fittiziamente stipulato presunti contratti di lavoro con alcune ditte, ma senza svolgere alcuna attività. Secondo gli investigatori, sarebbe stato un modo per ottenere i rimborsi nei giorni delle riunioni del consiglio o delle commissioni. I procedimenti sono entrambi, attualmente, in fase di dibattimento.
Ad allargare maggiormente la platea di consiglieri indagati è la vicenda Gettonopoli, che ha portato all’avviso della conclusione delle indagini per 39 consiglieri su 40 eletti nel 2013. Di questi, 17 tentano nuovamente di entrare in consiglio. L’inchiesta nasce dalla denuncia del Movimento 5 Stelle che ha accusato i consiglieri di aver incassato il gettone per le commissioni anche quando le sedute non si sono tenute o non si è svolta nessuna attività. Il danno è stato stimato in più di 600mila euro. C’è poi la vicenda Firmopoli, l’inchiesta sulle firme false in relazione alla scorsa tornata di elezioni amministrative, che vede la richiesta di rinvio a giudizio per 13 persone. Fra queste due sono attualmente i candidati al consiglio comunale: Natale Latina (con la lista Siracusa futura in appoggio al candidato Fabio Moschella) e Michele Mangiafico (con Progetto Siracusa in sostegno a Ezechia Paolo Reale).
La consigliera più conosciuta di tutto il consesso civico di Siracusa è, senza dubbio, Simona Princiotta. Eletta nel 2013 nelle fila di Siracusa Protagonista con Vincenzo Vinciullo ma passata subito dopo nella maggioranza siglata Pd del sindaco Garozzo, si ripropone adesso nella lista Popolari e Autonomisti in appoggio al candidato Ezechia Paolo Reale. Le numerose denunce depositate su storture interne all’amministrazione l’hanno fatta diventare negli anni una sorta di pasionaria della politica locale. Il suo botta e risposta col sindaco Garozzo sulle presunte infiltrazioni criminali all’interno del Pd locale finisce in commissione regionale e nazionale antimafia. Sempre lei, a fianco di un imprenditore (il presidente della Stes, società specializzata nella manutenzione stradale), denuncia alcuni funzionari e dirigenti comunali per tangenti. Un’intricata rete di accuse, che la consigliera ha documentato in commissione Antimafia, che formano il cosiddetto primo Sistema Siracusa. Ma Princiotta da accusatrice è diventata presto accusata: tirata in ballo da Garozzo all’indomani degli arresti eccellenti sui processi condizionati, il secondo Sistema Siracusa, perché è coinvolto anche lo storico avvocato della consigliera: Giuseppe Calafiore.
Se da un lato dall’indagine sulla gestione degli asili nido comunali che sarebbe stata affidata in maniera illecita al consorzio Solco, è definitivamente uscito (perché archiviato in quanto è stato provato che si fosse trattato di un errore di persona) Alfredo Foti, all’epoca assessore e adesso candidato al consiglio comunale con Moschella, resta invece in piedi il processo sui servizi affidati senza bando, in particolare asili e impianti sportivi. Tra gli interessati dai provvedimenti, oltre a dirigenti e responsabili di cooperative e società sportive, ci sono pure tre consiglieri fra cui anche il ricandidato Alberto Palestro. Di questa vicenda l’ultimo aggiornamento riguarda le indagini sono state chiuse nel mese di giugno del 2016. Archiviata infine la posizione di undici consiglieri che erano stati indagati, a seguito di una denuncia presentata sempre da Princiotta, in merito a una presunta distruzione dei verbali manoscritti dei lavori di due commissioni.
Riceviamo richiesta di diritto all’oblio da parte del legale di Antonio Bonafede, in quanto «assolto con sentenza emessa dal Tribunale di Ragusa e divenuta definitiva alla data del 15.06.2024».