I dati non sono ancora ufficiali ma Roberto Lagalla è ormai il nuovo sindaco di Palermo. Sconfitto lo sfidante Franco Miceli e la coalizione progressista composta da Movimento 5 stelle e Partito democratico. «Abbiamo lavorato per questo risultato, forti di un cartello politico omogeneo. I nostri avversari hanno lavorato, anche troppo, per non farci raggiungere la meta. La campagna è stata avvelenata dalla questione morale», sono le prime parole di Lagalla durante una conferenza stampa convocata all’hotel San Paolo. L’ex assessore regionale all’Istruzione si toglie qualche sassolino dalle scarpe annunciando che si recherà alle commemorazioni del 19 luglio, in occasione del trentennale dalla morte di Paolo Borsellino.
«Io non sono un politico di professione e quindi sono
attaccato alle modalità e alle forme, è mancata una visione oggettiva delle persone e dei fatti. Sugli impresentabili – spiega Lagalla – mi pare di avere detto parole chiare, qualunque persona dichiarata tale per fatti di mafia sarebbe stata allontanata, valuteremo caso per caso le altre vicende insieme alla coalizione». Riferimento, quest’ultimo, a Totò Lentini. Il deputato regionale, capolista di Alleanza per Palermo, è stato inserito dalla commissione parlamentare antimafia tra gli impresentabili a causa di un processo per tentata concussione. Lentini, inizialmente candidatosi a sindaco, aveva fatto un passo di lato scegliendo di sostenere Lagalla con l’indicazione di assessore designato all’Urbanistica.
Con la vittoria dell’ex assessore regionale si chiude di fatto l’era di
Leoluca Orlando, per cinque mandati primo cittadino del capoluogo siciliano. «Sicuramente ha inciso molto sulla vita di Palermo – spiega il suo successore a palazzo delle Aquile – Credo che non si debba mai assumere un atteggiamento in cui si rifiuta tutto del passato. Sul piano pratico dovremmo cominciare dal bilancio, oltre a dare una soluzione definitiva sul tema del cimitero». Presente nel quartier generale di Lagalla anche il presidente della Regione Nello Musumeci. «Vince il governo regionale – spiega il governatore – con un assessore che ha fatto parte della mia squadra. Da domani ci siederemo attorno a un tavolo e in poco tempo bisognerà decidere quale sarà il futuro della coalizione di centrodestra, augurandoci che tutte le forze che hanno sostenuto Lagalla possano unirsi anche per le Regionali. Bisogna fare una volata finale con chi crede nel centrodestra, convinti che la lealtà premia sempre mentre le furbizie hanno il fiato corto».
Ma, nonostante la vittoria,
il clima all’interno della coalizione è tutt’altro che disteso. In prima linea c’è sempre il presidente dell’Assemblea regionale e commissario di Forza Italia nell’Isola Gianfranco Micciché. Gli azzurri, stando ai primi numeri, potrebbero essere il primo partito a Palermo. «Forza Italia ha bisogno di coesione vera, non di quella sbandierata davanti ai giornalisti – dice Miccichè – In questa campagna elettorale non l’abbiamo avuta, ci sono stati nostri uomini che si sono impegnati meno di altri, per cui non c’è dubbio che un ragionamento nel partito va fatto. Musumeci? Deve fare un passo indietro per tenere unito il centrodestra».
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