Il duo torna a mostrarsi in pubblico fianco a fianco, stavolta però più per ascoltare che per essere ascoltato. L’idea di fondo è di vestire i panni dei sollecitatori di uno «scatto d’orgoglio», da parte soprattutto della classe dirigente cittadina, non più rinviabile. E spostare così il dibattito di una campagna elettorale per le Amministrative – «già partita malissimo» a detta dello stesso Sebastiano Arcidiacono – sulle cose da fare in concreto per Catania. In un modo o nell’altro, dunque, i candidati a sindaco di Catania dovranno confrontarsi con la piattaforma programmatica che immaginano il vicepresidente del Consiglio, uno dei leader dell’opposizione al sindaco Enzo Bianco in aula e il professor Maurizio Caserta, già candidato nel 2013.
Questo l’auspicio espresso dai due a più riprese, nel tentativo di schivare le proiezioni in chiave politico-elettorale del loro appuntamento odierno a Palazzo degli elefanti. Dessous però inevitabili, sia per il peso dei nomi già attori di un incontro lo scorso luglio, sia per il parterre che si raduna nell’aula consiliare e, in qualche caso, prende parola dopo gli input di Caserta e Arcidiacono. Si va da consiglieri con ambizioni da protagonisti alle prossime elezioni come Sebastiano Anastasi e Massimo Tempio agli uomini di Fratelli d’Italia capitanati da Manlio Messina fino a esponenti di altra estrazione ma, comunque, di consistente caratura politica, come l’ex assessore Sergio Parisi, Roberto Commercio e vari uomini dai sindacati cittadini. Ci sono pure il consigliere del Pd Nino Vullo e l’indipendente Niccolò Notarbartolo, Aldo Premoli e Emma Averna dell’associazione Mediterraneo Sicilia Europa.
C’è in ballo una nuova potenziale candidatura a sindaco? «Lo escludo, sia per me che per Sebastiano», chiarisce Caserta a MeridioNews. L’embrione di una potenziale lista? Può darsi, anche se nessuno lo ammette. Un contenitore magari riunito intorno alla «grande idea di città» disegnata dai dieci punti in dieci anni per Catania indicati dal docente. «Occorre avere la forza di progettare il futuro, pensando a ciò che occorre fare nei tempi medi – ripete Arcidiacono – vanno realizzati alcuni cambiamenti strutturali necessari alla sopravvivenza della nostra comunità». Contenitore forse da portare in dote a coloro che, fra i candidati già in campo o che verranno, si mostreranno più ricettivi. Tra i possibili interlocutori non figura, va da sé, il centrosinistra di Bianco e degli altri attori finora al governo della città. E sempre più distante dal gruppo appare anche il candidato civico Emiliano Abramo, a dispetto del comunicato di plauso verso il duo subito diffuso da quest’ultimo.
Fra i primi a benedire la discesa in campo del capo della comunità di Sant’Egidio c’era proprio Arcidiacono. Da allora però i rapporti, anziché evolversi, sembrano essersi nettamente deteriorati. Parlando a questa testata, il vicepresidente del Consiglio aveva bocciato gli attacchi al limite del giustizialismo di Abramo espressi commentando la discesa in campo di Salvo Pogliese. Sulla stessa linea ci sarebbe anche Caserta, la cui corrispondenza politica con il leader di Ѐ Catania pare in via di raffreddamento. A complicare i rapporti sarebbe soprattutto l’attivismo «dell’autocandidato» Abramo – definizione dell’ex deputata regionale Concetta Raia – teso più che a restare in ambito civico, a sedurre le varie correnti del centrosinistra in cerca d’autore: da Rosario Crocetta, il cui sostegno è già cosa fatta, a Luca Sammartino, in realtà mai davvero attratto, secondo quanto trapela, dal progetto di Abramo.
Naturale, dunque, presupporre che Caserta e Arcidiacono si voltino a guardare verso il centrodestra. Dove domani, intanto, il panorama verrà animato da una nuova candidatura a sindaco, quella dell’ex deputato Angelo Attaguile in quota Lega. Pogliese, designato da Forza Italia, già da tempo non lesina apprezzamenti soprattutto nei confronti di Arcidiacono. Se convergenza dovrà esserci, la dinamica appare al momento destinata a tempi lunghi.
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