Nella cittadina del Ragusano le sigle sindacali e movimenti hanno unito i loro intenti per dire no al conflitto nell'Est europeo. Tutto ciò a 40 anni dalla marcia contro l'installazione dei missili: «Rivendicare il disarmo globale», afferma Cgil Ragusa. Guarda le foto
Comiso, tante realtà in marcia contro guerra in Ucraina «Ritorniamo in piazza perché si metta al centro l’umanità»
Sono passati 40 anni dalla storica marcia a Comiso, nel Ragusano, contro l’installazione dei missili Cruise e per la smobilitazione degli SS20 del Patto di Varsavia. Oggi si scende in piazza nello stesso luogo per chiedere la fine immediata della guerra in Ucraina. È partita alle 16.30 per le vie del centro casmeneo che fu teatro della grande mobilitazione contro i missili, una manifestazione promossa da uno schieramento della società civile, del mondo del lavoro, delle categorie professionali, delle istituzioni. Nel quarantesimo anniversario della storica marcia alla quale partecipò anche Pio La Torre, ucciso dalla mafia 26 giorni dopo anche per le sue battaglie pacifiste, si torna a Comiso dunque per rimarcare «l’unanime condanna dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la solidarietà al popolo Ucraino». Queste le parole pronunciate in maniera unanime dagli uomini e le donne scesi in piazza, che hanno rimarcato il concetto di pace come «la condizione per il rispetto dei diritti umani, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, della fratellanza e dell’autodeterminazione dei popoli e degli Stati».
Alla manifestazione hanno sfilato oltre le sigle sindacali anche le delegazioni di forestali, di edili, dei lavoratori del commercio e di tutte le categorie produttive, i pensionati, l’Auser, la Rete degli Studenti Medi e gli universitari dell’Udu. La Cgil ha organizzato pullman da Palermo per portare più di 500 persone in provincia di Ragusa. Ma anche tanta gente comune che ha sentito l’esigenza di portare in piazza la propria voce al grido di «no alla guerra». Una folla colorata ha attraversato le vie di Comiso portando alla memoria quello che accadde 40 anni fa sempre nelle stesse strade. 40 anni come oggi che porta con sé emozioni e ricordi mai assopiti. Prima per dire no ai missili e in questo particolare momento storico per auspicare il cessate il fuoco in Ucraina.
«Oggi ritorniamo a Comiso come 40 anni fa per dire no alle guerre – dichiara Peppe Scifo, segretario generale della CGIL di Ragusa – riproponendo la necessità di rimettere in marcia un movimento ampio, come allora, per promuovere la pace. La ricorrenza dei 40 anni della grande marcia per la pace a Comiso guidata da Pio La Torre, ricade in un momento particolarmente critico per l’Europa e il mondo intero per la minaccia di una espansione del conflitto su larga scala, che si aggiunge alle tante guerre già sparse per il mondo. È importante rivendicare la Pace in parallelo alla rivendicazione della necessità di un disarmo globale partendo dalla nette contrarietà alla decisione del Governo italiani di aumentare vertiginosamente le spese militari. È ora di cambiare rotta per intraprendere una nuova via, in direzione ostinata e contraria. che metta al centro l’umanità».
Sulla stessa scia anche altri rappresentanti del mondo civile che sono scesi in strada proprio a Comiso per manifestare ora come allora una condanna trasversale ai conflitti bellici in corso. «Torniamo a Comiso quarant’anni dopo non per celebrare un anniversario ma per riprendere il filo di una cultura e di una politica di pace – dice il presidente del Centro Impastato, Umberto Santino -. Allora con un grande movimento unitario, in cui Pio la Torre ebbe un ruolo fondamentale, e questa sarà stata una delle ragioni del suo assassinio accanto a Rosario Di Salvo, lottavamo contro l’installazione dei missili americani e sovietici e per il disarmo nucleare; oggi condanniamo come un atto criminale e irresponsabile l’invasione russa dell’Ucraina e siamo chiamati a una riflessione, necessaria e doverosa, sul contesto che ha portato alla situazione attuale».
Sul palco in piazza Fonte di Diana il sindaco di Comiso Maria Rita Schembari ha chiuso il corteo con un ricordo di 40 anni fa: «ero una ragazzina quando nella mia città arrivarono gente da tutte le parti d’Italia e dopo tutto questo tempo non avrei mai immaginato di trovarci nuovamente qui ad aver paura per un attacco a un popolo sovrano nella nostra Europa e per scongiurare un attacco nucleare – ha sottolineato Schembari – Non ci possono essere guerre che hanno giustificazioni. Lasciatemelo dire da donna e da madre: la guerra è schifo, vomito, sangue e noi non vogliamo tutto questo, ma soltanto pace».