Comincia male l’avventura italiana a Melbourne, subito fuori Errani e Vinci

Forse ci avevano abituati troppo bene le due “cichi” come ama(va?)no chiamarsi tra loro. Da un paio d’anni sono riuscite a continuare una bella e giovane tradizione, quella delle tenniste italiane, iniziata da Flavia Pennetta, capace di salire in classifica fino a diventare una “top10” e soprattutto Francesca Schiavone arrivata dove mai nessuna ragazza nata nel suolo patrio era mai arrivata: a vincere uno slam, addirittura il Roland Garros, dopo Wimbledon, senz’altro quello più prestigioso dei 4. La Errani è riuscita nella titanica impresa di non farle troppo rimpiangere, perdendo una finale anche lei al Roland Garros, contro la Sharapova, e occupando stabilmente un posto tra le prime 5 della classifica mondiale. Il che è un vero e proprio miracolo, considerate le non eccelse qualità tecniche della romagnola, poco a proprio agio se si tratta di concludere un punto. La Vinci dal canto suo non è stata da meno, e anche se non è mai arrivata ai fasti gloriosi delle compagne è stata senza dubbio l’elemento trainante di un doppio che ha praticamente vinto tutto quanto c’era da vincere, tornei dello Slam inclusi naturalmente.

Vinci ed Errani, entrambe fuori al primo turno degli Open d’Australia

Simile fortunata coincidenza non poteva che tradursi in una semi-dominio nella competizione a squadre, anche se la Federation Cup è stata troppe volte bistrattata da russe e Williams per essere presa troppo sul serio. Ad ogni modo le due si erano trovate nello stesso ottavo di tabellone, ma già ieri avevamo messo in guardia dai facili entusiasmi. Certo, neanche noi ci aspettavamo una simile debacle. La Vinci ha portato a casa solo 7 game al cospetto della cinese Jie Zheng, e ancora peggio ha fatto la Errani che ha racimolato 5 miseri game di fronte ad una Georges che, a dire il vero, se trova la giornata giusta è in grado di far molto male persino alle prime due. Insomma entrambe rapidamente a casa, naturalmente si fa per dire, perché le aspetta il torneo di doppio nel quale sono accreditate della testa di serie numero 1 e sono anche detentrici. Insomma una consolazione possono ancora trovarla, ma la botta è stata dura.
A salvare le italiche sorti della giornata ci ha pensato la rediviva Flavia Pennetta che ha travolto la rumena Cadantu, per fortuna trovando modo di non infliggere un inutile e umiliante 60 60. Fognini dal canto suo ha trovato un avversario che non ha resistito più di 2 set risparmiando risorse che potranno tornare buone per i turni successivi.
Il resto non è stato troppo emozionante. Djokovic, Berdych e Serena hanno vinto tranquillamente, Gasquet idem, la partita tra Gulbis e Monaco è stata meno emozionante del previsto e insomma l’unico sussulto è arrivato dall’ennesima delusione fornita da Petra Kvitova, una che avrebbe potenza e gioco per vincere qualsiasi cosa ma che continua a trascinare per i campi di mezzo mondo un fisico che sarebbe buono per le partitelle tra scapoli e ammogliati, non per lo sport professionistico. E purtroppo, con buona pace dei tradizionalisti, anche il tennis è uno sport: se non corri e non arrivi sulla palla è difficile che tu riesca a vincere la partita, anche se hai il tocco di McEnroe. Non troppo sorprendente invece la sconfitta della meno giovane delle Williams ormai avviata verso un mesto declino.
Anche la seconda giornata non dovrebbe fornire particolari sussulti, nonostante a Melbourne siano tutti in fibrillazione per l’incontro di domani mattina (sera in Australia) tra il numero 1 Nadal e la grande speranza locale, Bernard Tomic. Non ci sembra francamente che ci sia aria di sorpresa e ancora meno dalle parti di Federer o Murray.
In campo va anche quel che resta della pattuglia italica. Volandri è venuto in vacanza e non ha una speranza che sia una contro Tsonga; Seppi è atteso da un match infernale contro l’immarcescibile Hewitt. Vecchio e rotto il satanetto australiano, anche lui vincitore di Wimbledon prima dell’era-Federer, continua a sputare l’anima in campo ed è stato capace di vincere a Brisbane battendo in finale proprio lo svizzero.
Le tre ragazze hanno un compito tutto sommato agevole una, la Giorgi contro l’australiana Sanders; proibitivo un’altra, la Schiavone contro la Cibulkova e fattibilissimo la terza, la Knapp contro l’argentina Ormaechea. Portate al secondo turno 3 di loro è il massimo a cui possiamo aspirare.

Australian Open 1° turno Risultati
(s.m.) N. Djokovic b. L. Lacko 63 76 (2) 61; T. Berdych b. A. Nedovyesov 63 64 63; E. Gulbis b. J. Monaco 16 64 76(4) 62; F. Fognini b. A. Bolgomolov Jr 63 62 rit.
(s.f.) S. Williams b. A. Barty 62 61; E. Makarova b. V. Williams 26 64 64; J. Goerges b. S. Errani 63 62; L. Kumkhum b. P. Kvitova 62 16 64; J. Zheng b. R. Vinci 64 63; F. Pennetta b. A. Cadantu 60 62.

I risultati completi in http://www.ausopen.com


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Forse ci avevano abituati troppo bene le due "cichi" come ama(va?)no chiamarsi tra loro. Da un paio d'anni sono riuscite a continuare una bella e giovane tradizione, quella delle tenniste italiane, iniziata da flavia pennetta, capace di salire in classifica fino a diventare una "top10" e soprattutto francesca schiavone arrivata dove mai nessuna ragazza nata nel suolo patrio era mai arrivata: a vincere uno slam, addirittura il roland garros, dopo wimbledon, senz'altro quello più prestigioso dei 4. La errani è riuscita nella titanica impresa di non farle troppo rimpiangere, perdendo una finale anche lei al roland garros, contro la sharapova, e occupando stabilmente un posto tra le prime 5 della classifica mondiale. Il che è un vero e proprio miracolo, considerate le non eccelse qualità tecniche della romagnola, poco a proprio agio se si tratta di concludere un punto. La vinci dal canto suo non è stata da meno, e anche se non è mai arrivata ai fasti gloriosi delle compagne è stata senza dubbio l'elemento trainante di un doppio che ha praticamente vinto tutto quanto c'era da vincere, tornei dello slam inclusi naturalmente.

Forse ci avevano abituati troppo bene le due "cichi" come ama(va?)no chiamarsi tra loro. Da un paio d'anni sono riuscite a continuare una bella e giovane tradizione, quella delle tenniste italiane, iniziata da flavia pennetta, capace di salire in classifica fino a diventare una "top10" e soprattutto francesca schiavone arrivata dove mai nessuna ragazza nata nel suolo patrio era mai arrivata: a vincere uno slam, addirittura il roland garros, dopo wimbledon, senz'altro quello più prestigioso dei 4. La errani è riuscita nella titanica impresa di non farle troppo rimpiangere, perdendo una finale anche lei al roland garros, contro la sharapova, e occupando stabilmente un posto tra le prime 5 della classifica mondiale. Il che è un vero e proprio miracolo, considerate le non eccelse qualità tecniche della romagnola, poco a proprio agio se si tratta di concludere un punto. La vinci dal canto suo non è stata da meno, e anche se non è mai arrivata ai fasti gloriosi delle compagne è stata senza dubbio l'elemento trainante di un doppio che ha praticamente vinto tutto quanto c'era da vincere, tornei dello slam inclusi naturalmente.

Forse ci avevano abituati troppo bene le due "cichi" come ama(va?)no chiamarsi tra loro. Da un paio d'anni sono riuscite a continuare una bella e giovane tradizione, quella delle tenniste italiane, iniziata da flavia pennetta, capace di salire in classifica fino a diventare una "top10" e soprattutto francesca schiavone arrivata dove mai nessuna ragazza nata nel suolo patrio era mai arrivata: a vincere uno slam, addirittura il roland garros, dopo wimbledon, senz'altro quello più prestigioso dei 4. La errani è riuscita nella titanica impresa di non farle troppo rimpiangere, perdendo una finale anche lei al roland garros, contro la sharapova, e occupando stabilmente un posto tra le prime 5 della classifica mondiale. Il che è un vero e proprio miracolo, considerate le non eccelse qualità tecniche della romagnola, poco a proprio agio se si tratta di concludere un punto. La vinci dal canto suo non è stata da meno, e anche se non è mai arrivata ai fasti gloriosi delle compagne è stata senza dubbio l'elemento trainante di un doppio che ha praticamente vinto tutto quanto c'era da vincere, tornei dello slam inclusi naturalmente.

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