Comicon, luci e ombre della tre giorni del fumetto «Il Comune dovrebbe tutelare di più gli espositori»

Anche per quest’anno è calato il sipario sul Palermo Comic convention. Ieri infatti si è chiusa alla Fiera del Mediterraneo la quarta edizione della manifestazione che raccoglie il cuore dell’animo nerd, ma che con il suo caleidoscopio di colori e spettacoli sa attrarre anche chi è soltanto curioso di immergersi per qualche ora nella fantasia declinata su carta, tv, grande schermo, console, etc.

È arrivato quindi il momento di tirare le somme di un evento lungo 3 giorni, che ha attratto secondo gli organizzatori più o meno gli stessi numeri del 2017, ovvero circa 35mila persone, e che per sua natura è composto da varie anime. Ecco perciò i top e i flop della kermesse.

Iniziamo con ciò che ha riscontrato maggiormente i favori del pubblico, che è andato crescendo di numero col passare dei giorni (sulla partenza lenta di venerdì ha però influito il meteo avverso): anzitutto pollice in su per gli ospiti, grazie alla loro abituale disponibilità (le sessioni di autografi di autori e fumettisti, la nuova formula degli incontri con interviste senza rete), riscontrata anche nella star delle serie tv, l’attore britannico Tom Hopper. Per non parlare della grande risposta dei fan per il mini spettacolo di doppiaggio dal vivo di Angelo Maggi (voce italiana tra gli altri di Tom Hanks, Robert Downey Jr., il commissario Winchester dei Simpson), ma soprattutto per il concerto del Capitano, Giorgio Vanni, che ha strascinato circa 5mila persone per quasi due ore passate a cantare le sigle dei cartoni più amati degli ultimi 25 anni.

Altre note sicuramente positive sono state l’area dedicata alla ricostruzione di alcuni scenari tratti dai film di Harry Potter (che da sola occupava quasi un’ala del padiglione 20), alla quale si è aggiunta la novità della escape room a tema, e il fatto che c’è stata una gran varietà di cosplay diversi, senza assistere ad un appiattimento verso un’unica fonte di ispirazione animata-videoludica.

Segnalazione a parte per la novità del 2018, cioè il padiglione 16 interamente dedicato ai giochi (tornei di videogames, di carte, scacchi, subbuteo, simulatori di realtà virtuale), dove il pubblico si è visto numeroso, ma solo per alcuni eventi, come il torneo del gioco del momento, Fortnite.

Però c’è sempre il risvolto della medaglia, ovvero gli aspetti rivedibili. Partiamo con le mostre di disegni, tornate quest’anno nel padiglione principale. Tutte molto belle, specie le reinterpretazioni dissacranti di noti anime (Cartoonicidio di Claudio Iemmola), i rodovetri originali di Goldrake (quest’anno ricorrono i 40 anni dalla prima trasmissione italiana del primo cartone giapponese sui robot) e le tavole erotico-splatter del mangaka Shintaro Kago, ma la loro collocazione in un angolo ha di fatto limitato la visibilità di queste opere. C’è poi un ridimensionamento dello spazio dedicato ai new media, che l’anno scorso aveva riscosso un grandissimo successo, grazie alla presenza di youtuber di spicco.

Inoltre bisogna riscontrare qualche piccolo intoppo a livello organizzativo, con ritardi in alcuni eventi con ripercussioni a cascata (in parte dovuti al furto – pochi giorni fa – di cavi di rame dell’impianto elettrico), oltre al mancato apporto del Comune su degli aspetti minori che potevano essere registrati senza troppo sforzo, come la fontana spenta all’ingresso (è stata recuperata solo qualche mese fa) o il buco recintato dove c’era il piccolo padiglione 20B, usato in precedenza come tea room (sarebbe bastato stendere un po’ di asfalto).

Ma la lacuna maggiore, acuita quest’anno dall’eccezionalità della visita papale, rimane quella dei collegamenti coi mezzi pubblici: l’ultimo treno dell’anello ferroviario passa dalle stazioni vicino alla Fiera verso le 21, e gli ultimi bus poco prima delle 22, ben prima del termine degli spettacoli serali. «Noi – spiega Antonio Scuzzarella, direttore culturale della manifestazione – abbiamo sostituito le vetrate del padiglione 20, e siamo disposti a mettere in campo la nostra esperienza, ma la Fiera è davvero estesa e necessita di molte cure. Vista l’importanza della struttura e quanta gente attrae nei vari eventi, il Comune dovrebbe tutelare maggiormente gli espositori».

Nel complesso comunque il Palermo Comic Convention si sta confermando, diventando un appuntamento fisso, sempre più gradito dagli appassionati di tutta la provincia e non solo. «Per la prossima edizione – continua l’organizzatore – vogliamo aprirci di più alle collaborazioni con l’estero. Pensiamo a gemellarci con altre fiere del fumetto di paesi del bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Grecia, dalla Francia al Nordafrica». 


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