La maggior parte di loro lavora nelle scuole di Palermo, gli altri nella provincia. Sono gli ex Lsu da anni in attesa di una stabilizzazione che per legge era stata prevista dopo sessanta mesi e che invece, dopo innumerevoli rinvii, adesso, dopo un accordo preso dal ministero, temono di finire in un'azienda che si occupa di altri servizi
Collaboratori scolastici, la rabbia dei 500 a rischio «Non conoscono nemmeno le nostre mansioni»
Ci sono 519 lavoratori, il 70 per cento dei quali è impegnato nelle scuole elementari e medie superiori di Palermo, mentre gli altri sono sparsi per tutta la provincia, che stanno vivendo questi giorni di avvicinamento alle festività natalizie con particolare tribolazione. Si tratta dei collaboratori scolastici ex Lsu che vedono prospettarsi, oltre che l’imminente scadenza del loro contratto, il passaggio da dipendenti pubblici a impiegati di un’azienda privata che temono non sia in grado di garantire loro le stesse mansioni e lo stesso stipendio. Un timore rafforzato dalle dichiarazioni della direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Maria Luisa Altomonte, che ha annunciato l’inizio del passaggio degli ex Lsu all’azienda L’operosa, vincitrice del bando per i servizi.
«La nostra situazione si aggrava di giorno in giorno – spiega Francesco Amato, segretario generale della Felsa Cisl e a sua volta collaboratore scolastico – Siamo ex Lsu provenienti dagli enti locali con una convenzione che per legge doveva durare sessanta mesi prima della stabilizzazione. Questo non è mai avvenuto e di rinnovo in rinnovo alcuni di noi fanno questo lavoro da vent’anni». Questa volta, tuttavia, pare non esserci alcuna possibilità di sperare in una nuova proroga e si proseguirà lungo la strada tracciata dal ministero, quella che porta all’azienda L’operosa. Decisione che, nonostante fosse preannunciata già da alcune circolari ministeriali, ha colto di sorpresa i lavoratori. «Abbiamo scoperto – continua il sindacalista – che mentre al ministero si sedevano a un tavolo con noi per trattare la stabilizzazione, parallelamente affidavano questo servizio a L’operosa. Giocavano su due tavoli».
A preoccupare gli ex Lsu sono anche le credenziali dell’azienda, specializzata in mansioni diverse da quelle proprie ai collaboratori scolastici. «Loro vendono un servizio di pulizia mentre questi lavoratori svolgono i servizi di collaboratori scolastici. E forse né il sottosegretario all’Istruzione Faraone, né la dottoressa Altomonte conoscono la differenza tra queste due specificità. Tutti sanno che quando lasciano i bambini a scuola ci sono dei bidelli che vigilano durante la giornata, i pulizieri invece arrivano dopo l’orario scolastico per fare appunto le pulizie. Un servizio completamente diverso». E anche sui tratti economici dell’accordo ci sono molte ombre. «Noi abbiamo il nostro contratto di lavoro per le nostre mansioni – continua ancora Amato – L’operosa, a quanto ci risulta, i contratti per i servizi di pulizia li paga attorno ai 500 euro al mese».
Oggi la vicenda dei 519, però, potrebbe arrivare a un punto di svolta o quanto meno scrivere un’altro importante capitolo della questione legata alle sorti degli ex Lsu. Nel pomeriggio infatti ci sarà un incontro con l’Ufficio scolastico regionale. Incontro per cui i collaboratori scolastici hanno richiesto, anche con una vibrante manifestazione di fronte alla Prefettura di Palermo, in cui hanno partecipato in massa ieri mattina occupando via Cavour; la presenza della prefetta Antonella De Miro, in qualità di garante. «Le cose che ci devono dire o sono comprovate da fatti, documenti, leggi, norme, oppure le rimandiamo al mittente – conclude Amato – perché dei nostri posti, dopo vent’anni, non se ne vende nessuno. Né per opportunità imprenditoriali, né per l’inizio delle nuove campagne elettorali che si fanno sulla pelle della gente».